Giovedì 6 giugno 2024 alle ore 18 al Circolo Acri Pasquale Critone di a Sant’Arcangelo si inaugura per la prima volta a livello nazionale la mostra “Oro Verde – Il sapore amaro del Kiwi” alla presenza dell’autrice, la giornalista e fotografa Stefania Prandi.
Oro verde è una mostra che nasce dall’inchiesta realizzata tra il 2021 e il 2022 dalle giornaliste Stefania Prandi, Francesca Cicculli, Kusum Arora e Charlotte Aagaard, finanziata dal Journalismfund Europe e pubblicata su testate nazionali, come IrpiMedia, il Manifesto, Internazionale, e internazionali come El Pais, Al Jazeera, The Wire, Taz, Danwatch, VoxEurope.
Le foto di Stefania Prandi ripercorrono le tappe del viaggio di ricerca tra l’Agro Pontino, in provincia di Latina e il Punjab, Stato indiano che confina a sud con il Rajasthan dove c’è la capitale Delhi, e a est con il Pakistan.
L’inchiesta ha indagato lo sfruttamento dei lavoratori indiani che si nasconde dietro la filiera dei kiwi. L’Italia, con 320 mila tonnellate esportate in 50 Paesi, per un fatturato di oltre 400 milioni di euro, è il principale produttore europeo di kiwi e il terzo al mondo dopo Cina e Nuova Zelanda.
La prima regione del nostro Paese dove si coltiva la «bacca verde» è il Lazio. Globalmente, un terzo di tutti i kiwi commerciati nella grande distribuzione viene dalla multinazionale Zespri. Dalla provincia di Latina arriva una buona parte della frutta venduta con il marchio neozelandese (il 10%). Un mercato gigantesco, che solo in Italia conta quasi 3 mila ettari di campi, centinaia di produttori e migliaia di braccianti.
Difficile conoscere il numero esatto degli operai agricoli impiegati nella raccolta perché «spesso si lavora in nero», spiegano i sindacalisti. Nei filari è presente una percentuale significativa di indiani di religione sikh, provenienti dal Punjab. Secondo i dati Inps, i braccianti indiani in provincia di Latina sono quasi 9.500, con più di un milione di giornate registrate nei contratti a tempo determinato. Marco Omizzolo, docente di Sociopolitologia delle migrazioni all’Università La Sapienza di Roma, sotto protezione a causa delle minacce ricevute per il suo impegno di contrasto al caporalato nell’Agro Pontino, calcola che nell’area ci siano circa 30 mila persone appartenenti alla comunità sikh. Nella stima sono inclusi i senza permesso di soggiorno, i residenti in altre province e quanti, arrivati di recente, sfuggono ancora alle statistiche.
Oltre all’autrice delle fotografie parteciperanno all’inaugurazione ospiti del progetto SAI della Provincia di Potenza gestito da ARCI Basilicata con Consorzio Officine Solidali, il Sindaco di Sant’Arcangelo Salvatore La Grotta ed Ottorino Arbia Presidente del circolo Arci Pasquale Critone.
Questa iniziativa rientra nel programma “migrAzioni 2024” organizzato dalla Fondazione Città della Pace per i Bambini Basilicata che si propone di celebrare la “Giornata mondiale del rifugiato” nell’ambito delle attività di accoglienza dei progetti SAI con mostre fotografiche, documentari, eventi culturali e sportivi. Dal 13 maggio fino al 28 giugno sono coinvolti gli abitanti di diversi centri della Basilicata che ospitano i rifugiati per ricordare che nel 2023 oltre 110 milioni di persone sono state costrette a fuggire per guerre e persecuzioni secondo i dati dell’UNHCR.
La mostra sarà visitabile gratuitamente fino al 13 giugno su prenotazione chiamando al 345.1729354
Stefania Prandi
Stefania Prandi è giornalista professionista, scrittrice di reportage e inchieste e fotografa.
Si occupa di diritti umani, sfruttamento sul lavoro, violenza di genere, questioni sociali, ambiente e cultura.
Tra le sue collaborazioni, testate internazionali e internazionali come The Guardian, National Geographic, Al Jazeera, El País, Correctiv, Azione, Radiotelevisione svizzera, Taz, Danwatch, IrpiMedia, Internazionale, il manifesto.
Ha lavorato con associazioni e organizzazioni non governative come ActionAid, Dry-Art, Time for Equality e Fondazione città della pace per i bambini Basilicata.
Ha scritto tre libri. L’ultimo, edito da People, si intitola Le madri lontane e racconta le vite delle donne rumene e bulgare che lavorano nei campi italiani e lasciano i loro figli nei Paesi di origine con le nonne. Gli altri due sono: Oro rosso. Fragole, pomodori, molestie e sfruttamento nel Mediterraneo, sulle braccianti che subiscono molestie sessuali, ricatti e stupri nelle serre di Italia, Spagna e Marocco; Le conseguenze. I femminicidi e lo sguardo di chi resta sulle vittime di femminicidio e i loro familiari. Questi ultimi sono stati pubblicati dalla casa editrice Settenove.
Stefania Prandi ha vinto grant e premi in Italia, Svizzera, Germania, Belgio e Stati Uniti. Tra i più importanti: Fetisov Awards; Premio nazionale Fnsi “Dov’è Tina Merlin oggi?”; Fund for Women Journalists – IWMF; Modern Slavery Unveiled Grant del Journalism Fund; National Geographic Emergency Journalism Fund Grant; Henri Nannen Prize; Otto Brenner Prize; Volkart Stiftung Grant.
Interviene a festival ed eventi nazionali e internazionali e fa incontri nelle scuole.
Organizza e conduce workshop di giornalismo e insegna al Laboratorio di giornalismo femminista promosso dal collettivo Femminismi contemporanei dell’Università di Venezia.
Le sue fotografie sono state esposte in sale museali, scuole, università e biblioteche in Italia e in Europa.
Il suo sito è www.stefaniaprandi.it