La OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista), come già annunciato nei giorni scorsi, ha interessato la Comunità Europea circa le possibili infrazioni alle Direttive Comunitarie derivanti dalle modifiche apportate al Regolamento della Riserva Naturale di San Giuliano, chiedendo nelle more delle verifiche la sospensione di nuovi finanziamenti comunitari destinati all’area protetta.
La OLA in una propria nota indirizzata agli uffici dell’Unione Europea ed agli Organi politici della Commissione, ha segnalato come la Provincia di Matera abbia goduto di notevoli fondi comunitari per la valorizzazione ambientale dell’area protetta, parte dei quali provenienti dai 2,6 milioni di euro destinati alla campagna di monitoraggio dei siti di “Rete Natura 2000”. Secondo la OOLA anche la Magistratura non può in proposito restare indifferente se si considera che, di recente, la Procura della Repubblica di Bari ha intrapreso un procedimento nei confronti di un progetto eolico all’interno del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, al fine di accertare se siano stati commessi illeciti a causa della non applicazione della Direttiva Comunitaria “Uccelli”. La nostra Organizzazione ha evidenziato come non sia possibile suddividere la Riserva Naturale di San Giuliano in zone, così come intende fare l’Assessorato Ambiente della Provincia di Matera, essendo l’habitat unico dove sono stati censiti oltre 63 specie di uccelli inserite nell’Allegato I e II della predetta Direttiva Comunitaria. L’espediente che gli Uffici della Provincia di Matera intendono seguire è solo per consentire gli sport nautici autorizzati impropriamente anche dagli Uffici del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata, sui quali sarebbero stati impegnati non meglio specificati fondi pubblici.
La OLA – nel chiedere alla Regione Basilicata ed alla Provincia di Matera se abbiano o meno, inopportunamente, sponsorizzato la recente iniziativa programmata il giorno 27 febbraio nella Città dei Sassi, della Lega Navale di Matera, per promuovere gli sport nautici nell’area protetta (nell’invito compaiono i loghi dei due Enti e i nominativi degli assessori regionale e provinciale), invita nuovamente alla Provincia di Matera di annullare, in regime di autotutela, la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.29 del 31/03/2009 e di voler con sollecitudine sospendere anche ogni iniziativa tesa a consentire un utilizzo improprio dell’area protetta, al fine di non incorrere in pesanti e possibili sanzioni da parte dell’Unione Europea, derivanti dall’apertura di procedure d’infrazione. Ciò in considerazione del fatto che gli Uffici del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata – con atto meramente amministrativo e senza coinvolgere il Consiglio Regionale – hanno arbitrariamente disapplicato non solo la Legge Istitutiva della Riserva Naturale (Legge Regionale n.29 del 2000), ma anche disatteso quanto indicato dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione la Ricerca Ambientale) circa l’inopportunità di destinare il sito a forme d’uso diverse da quelle rispettose dell’esigenza primaria di conservazione dell’ambiente nelle sue varie componenti, e tra queste in particolare l’avifauna, ed alla nota del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio circa la mancata ed obbligatoria procedura di applicazione delle procedure di Valutazione d’Incidenza, prevista dalla Direttiva Comunitaria. Questi due Organismi raccomandano, invece, il rispetto delle normative comunitarie e nazionali al fine di preservare l’integrità strutturale e funzionale dell’area protetta.
Diamo voce a chi parola non c’è l’ha
[dalla pubblicità sull’istituzione del ministero dell’ambiente]
dicono : Le associazioni ambientaliste e della cittadinanza attiva di Matera: Lipu- delegazione Basilicata e Puglia; BRIO-Matera; Associazione della Sinistra- Matera; Città Plurale- Matera; Associazione Trekking Falco Naumanni- Matera ; FAI (Fondo Ambiente Italiano)- Matera; Legambiente – Matera; Movimento Azzurro Murge- Matera; WWF – Matera
Ogni volta che l’interesse della Natura entra in conflitto con quello degli uomini, è sempre il primo a venire sacrificato.
La Provincia di Matera e la Regione Basilicata hanno messo mano ad una modifica del regolamento della Riserva di S. Giuliano per ampliare la pratica della pesca sportiva (consentendo quella notturna con tende e bivacchi), già comunque largamente diffusa nel lago e consentire la pratica di alcune attività nautiche. Ma alla Riserva di S. Giuliano, per il numero e le specie di uccelli di cui è stata registrata la presenza, è stato riconosciuto il pregio di sito di interesse comunitario all’interno della rete europea Natura 2000 e tali pratiche sono in contrasto con gli obiettivi prioritari di conservazione della biodiversità esistente, particolarmente delicata.
Già ora pescatori e gitanti costituiscono fattori di disturbo per molte specie. Inutile ribadire le gravi conseguenze che comporterebbe la presenza umana anche in acque profonde e distanti dalle rive.
La UE ha messo a disposizione della nostra regione 2,6 Meuro per una campagna di monitoraggio dei siti di “Rete Natura 2000”. Alla partenza della campagna, lo scorso anno, fu data una rilevanza eccezionale e l’assessore del Dipartimento Ambiente e Territorio Santochirico pubblicizzò personalmente l’evento con dovizia di particolari. Accennò ad una cinquantina di siti da monitorare e 26 degli stessi in aree protette o Parchi.
La Riserva di S. Giuliano, istituita con LR 39 del 2000 (area Sic- Sito di interesse Comunitario-, ZPS -Zona di protezione speciale- ed ancora area Ramsar – zona umida riconosciuta secondo una la convenzione internazionale di Ramsar) è stata, anche essa, interessata dal monitoraggio.
Il Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata con atto meramente amministrativo e senza esperire la procedura obbligatoria della Valutazione d’Incidenza, prevista dalla direttiva Comunitaria, ha espresso attraverso un suo Ufficio parere favorevole allo svolgimento delle attività sportive di navigazione di vela o canoa.
La legge Regionale 39 /2000 viene disattesa e stravolta e senza nemmeno coinvolgere il Consiglio Regionale. La predetta legge, infatti, all’art. 1 individua precise competenze per la tutela, la conservazione, la sorveglianza, gli indirizzi scientifici, la protezione delle specie animali presenti (circa 200), la promozione della ricerca scientifica.
Tant’è che il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio ha rivolto una lettera a Regione e Provincia di richiesta di chiarimenti per aver disatteso alle raccomandazioni atte a garantire il rispetto delle normative comunitarie e nazionali così da preservare l‘integrità strutturale e funzionale del sito.
Anche l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione la Ricerca Ambientale) ha inviato una missiva circa la inopportunità di destinare il sito a forme d’uso diverse da quelle rispettose dell’esigenza primaria di conservazione dell’ambiente nelle sue varie componenti e tra queste in particolare l’avifauna.
Buon senso vorrebbe che prima di dare il via libera a queste nuove attività si procedesse ad una seria valutazione del loro impatto sull’avifauna. E invece la Regione Basilicata, la Provincia di Matera e i Comuni di Matera e Miglionico appoggiano con il loro patrocinio il progetto delle attività veliche sul lago di San Giuliano.
Le scriventi associazioni fanno appello al Ministero dell’Ambiente e alla Comunità Europea per il rispetto delle direttive comunitarie, anche perché la provincia di Matera ha appena goduto di notevoli risorse per la valorizzazione ambientale di siti come la Riserva di S. Giuliano ma sembra che già se ne sia scordata.
Una volta tanto proviamo a stare dalla parte della Natura.
le ragioni della natura e della’avifauna, protetta da delibere europee saranno difesi a qualsiasi dall’arrogante disegno di enti locali che perseguono l’interesse privato!
macchè interessi privati!
più presenza alla diga garantirà più controlli.
invece di parlare, andate a vedere cosa combinano i cinesi alla diga :angry: