Inaugurata nel pomeriggio nell’ipogeo culturale della Lega Navale Italiana Sezione Matera-Magna Grecia nei Sassi di Matera la mostra d’arte “Profondità” con le opere di Emiliano Edera.
La mostra si inserisce all’interno del progetto culturale della Lega Navale Italiana sezione Matera Magna Grecia dal titolo: Matera è Acqua 2024.
Al vernissage, coordinato dal giornalista Francesco Bianchi, hanno partecipato l’artista Emiliano Edera, il presidente della Lega Navale Italiana Sezione Matera-Magna Grecia, Rocco Petrera, il direttore generale dell’Università Popolare di Trieste, Fabrizio Somma, il Prorettore alla internazionalizzazione dell’Unibas, Michele Greco e il consigliere regionale Roberto Cifarelli.
L’opera grafica di Emiliano Edera.
Arthur Schopenhauer scriveva che “il ghiaccio sul vetro della finestra si forma secondo le leggi della cristallizzazione, che sono la sua natura, ma gli alberi e i fiori che forma esistono solo per noi”Emiliano Edera, attraverso la sua ricerca informale, nel realizzare i monotipi con la tecnica della puntasecca, la cui matrice è costituita dalla medesima lastra di zinco incisa, sembra riproporre il pensiero del filosofo. A queste raffigurazioni, apparentemente informali che richiamano composizioni evanescenti simili a concrezioni calcaree, a superfici ricoperte da licheni, si associano colori alcalini, terrosi con tocchi di azzurro spento. Tali incisioni, dal punto di vista formale, risultano indubbiamente legate all’informale italiano degli anni ’60 e ’70 – Afro Basaldella, Emilio Scanavino, Gastone Novelli – e alla pittura di Antoni Tàpies. Le opere di questi artisti non designano un preciso orientamento, evitando di marcare chiaramente un “Nord e un Sud, un Est e un Ovest”, mentre quelle di Edera, attraverso minuti indizi definiti da minuscole figure umane, da tracce di alberi su colline glabre, dall’orizzonte azzurro del mare, denunciano un sottile ma preciso legame con la pittura figurativa, conferendo all’immagine un orientamento preciso. Si tratta di un mondo trasfigurato, che lambisce l’informale, ma che manifesta l’evidente intenzionalità di non limitarsi alle immagini di superficie per raffigurare ciò che, nell’affaticata percezione quotidiana, non siamo più in grado di cogliere. Se “il mondo è simile al sogno, allo scintillio della luce solare sulla sabbia che il viaggiatore scambia da lontano per un miraggio, oppure a una corda buttata per terra che l’uomo prende per un serpente” (A. Schopenhauer) allora tutte queste incisioni sembrano rivolte a cogliere l’essenza di quello “scintillio”. È possibile farlo? L’artista è consapevole della sfida e la sua scelta di formare dei trittici o dei dittici è motivata proprio dall’intenzione di guidare l’occhio dell’osservatore al di là del reale, per fasi successive, fino all’essenza intima delle cose.
Biografia Emiliano Edera
Emiliano Edera è nato a Trieste il primo settembre del 1977. Di origini istriane da parte di madre ha mantenuto un forte legame con l’Istria, in particolare con la Comunità Italiana Fulvio Tomizza di Umago. Ha iniziato il suo percorso artistico nell’ambito della scultura sotto la guida di Orlando Bernardi prediligendo le fusioni in bronzo. Nel 2015 è stato premiato nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio a Firenze con la Medaglia di bronzo per la scultura del XXXIII Premio Firenze. Ha proseguito poi il suo percorso artistico frequentando la Scuola Libera dell’Acquaforte dell’Università Popolare di Trieste sotto la guida del Maestro Franco Vecchiet. Ha al suo attivo diverse mostre in Italia e in Francia. In ambito incisorio predilige la tecnica della puntasecca esprimendosi prevalentemente in dittici e trittici in esecuzioni a monotipo.
La mostra sarà visitabile dal 16 giugno al 30 giugno dal martedì alla domenica alle ore 10.00-13.00/17.00-19.00, ingresso gratuito.
La fotogallery della mostra (foto www.SassiLive.it)