Mega (Cgil Basilicata): “Nessuno dei problemi strutturali del sistema produttivo lucano è stato affrontato né risolto dal governo Bardi. Problemi strutturali che, se non si cambia subito registro, sono destinati ad aggravarsi ulteriormente nel prossimo futuro”. Di seguito la nota integrale.
“La crescita del Pil nel Mezzogiorno nel 2023, come testimoniato dai dati Svimez, è l’effetto delle politiche espansive post Covid e degli investimenti pubblici messi in campo dai governi precedenti e che il governo Meloni vuole cancellare. Le decisioni recentemente assunte avranno conseguenze nefaste nei mesi a seguire, come la rimodulazione del Pnrr, che ha tagliato i fondi per il Sud, e il nuovo patto di stabilità, che determinerà un ritorno all’austerità a danno soprattutto delle aree più fragili, tra cui la Basilicata che, non a caso, registra la più bassa crescita del Pil tra le regioni del Mezzogiorno (+0,9%) dopo la Puglia (+0,7%)”. Lo afferma il segretario della Cgil Basilicata, Fernando Mega.
“La Basilicata – prosegue – secondo la Svimez ha risentito di un calo dell’industria (-2,7%) più intenso di quello osservato per la media delle regioni del Mezzogiorno, sebbene compensato dalla buona performance del settore delle costruzioni (+8,4%, la crescita più intensa tra le regioni meridionali). Ancora una volta i dati ci danno ragione rispetto all’allarme lanciato da mesi sulle politiche industriali della Basilicata, a partire dal calo nell’automotive, attestato anche dalla Banca d’Italia, e dagli scarsi investimenti per consentire quella transizione energetica necessaria non solo nel settore dell’auto ma anche nell’estrazione petrolifera, con il naturale esaurimento della risorsa petrolio.
Con l’autonomia differenziata – conclude Mega – anche i pochi dati positivi raccolti andranno persi. Aumenteranno drammaticamente i divari territoriali e verranno meno le politiche industriali di coesione nazionale di cui le Regioni del Mezzogiorno hanno invece bisogno. Nessuno dei problemi strutturali del sistema produttivo lucano è stato affrontato dal governo Bardi né risolto. Problemi strutturali che, se non si cambia subito registro, sono destinati ad aggravarsi ulteriormente nel prossimo futuro”.