Comunemente nota come tignoletta dell’uva, Lobesia botrana è un lepidottero tortricide che provoca danni soprattutto agli acini dell’uva. Diffusa nelle zone più calde della Basilicata, ha un ciclo biologico di tre-quattro generazioni all’anno e costituisce un’avversità per la coltura della vite che in quelle aree richiede tutti gli anni strategie di controllo attive.
Protagonista dell’ultima puntata di ALSIA porte aperte in Podcast, pubblicata sui canali digitali dell’Agenzia Lucana di Sviluppo e Innovazione in Agricoltura, è il modello MRV Lobesia Botrana, modello di sviluppo a ritardo variabile che prevede la diffusione dei fitofagi della frutta con lo scopo di adottare strategie di difesa a tutte le specie a comportamento simile.
“Già con gli episodi precedenti e nel Podcast dedicato al Modello MRV – Lobesia botrana – dichiara Aniello Crescenzi, direttore dell’ALSIA – continuiamo a mettere a disposizione delle imprese agricole lucane informazioni e strumenti utili per eseguire campionamenti mirati e individuare in maniera tempestiva il momento più opportuno per effettuare interventi ovicidi o larvicidi contro gli insetti nocivi. Il modello previsionale MRV, fornisce infatti precise indicazioni sull’inizio dell’ovideposizione, sul suo andamento in termini percentuali, sull’inizio della nascita larvale e sulla sua evoluzione. In genere – aggiunge Crescenzi – le aree lucane più colpite sono il Lavellese e il Metapontino dove l’insetto, con la prima generazione larvale, provoca danni agli acini e impatta anche l’economia vitivinicola”.
Messo a punto dalla Regione Emilia-Romagna con il coordinamento scientifico dell’Istituto di Entomologia dell’Università di Bologna, il modello di sviluppo a ritardo variabile per Lobesia botrana prevede l’allevamento dell’insetto in condizioni quanto più possibile vicine a quelle naturali. La validazione del modello, condotta anche in Basilicata, presso aziende situate nelle immediate vicinanze di stazioni meteorologiche di Matera e Potenza, avviene confrontando le curve di volo simulate con i voli rilevati con le trappole a feromoni, nonché il numero di uova deposte attraverso dati acquisiti in campo e da rilievi eseguiti specificatamente per la validazione del modello.
“Grazie a questa modalità –conclude Crescenzi -, allertiamo le imprese attraverso i bollettini e con strumenti di messaggistica istantanea che consentono di poter adottare strategie di difesa in un’ottica di agricoltura sostenibile”.
Il modello è utile anche per le aziende in cui viene adottato il metodo della confusione o del disorientamento sessuale per avere l’informazione sull’inizio del volo e permettere l’installazione tempestiva degli erogatori, allo scopo di contribuire al successo di questa tecnica di difesa.
Maggiori informazioni sono disponibili sul sito alsia.it, nella sezione “Servizi”, “SMS Alert per avversità fitopatologiche” da cui è possibile scaricare il modello di domanda per la richiesta del servizio gratuito.