Questa mattina a Rifreddo di Pignola si è riunito il Consiglio generale della Fnp Cisl Basilicata, la federazione sindacale che rappresenta il mondo dei pensionati, per un esame della situazione politico-sindacale alla presenza del leader nazionale Emilio Didonè. Il Consiglio ha anche eletto Rosa Biondo che entra così a far parte della segreteria regionale.
Il potere di acquisto delle pensioni, le liste di attesa in sanità e la riforma della non autosufficienza, tra i principali argomenti di discussione. I lavori della mattinata sono stati aperti dalla relazione del segretario generale Giuseppe Amatulli che ha evidenziato «l’urgenza di un confronto reale tra la futura Giunta regionale e le forze sociali alla luce delle molte sfide da affrontare, in primis quelle legate alla crisi demografica e al disequilibrio tra aree urbane e aree interne per quanto riguarda l’accesso ai servizi essenziali come salute e assistenza».
Le proiezioni demografiche dell’Istat, del resto, confermano l’urgenza di intervenire in modo strutturale sulla rete di assistenza socio-sanitaria. Una recente analisi del centro studi della Cisl mette in luce che l’incidenza della popolazione over 65 in Basilicata è superiore rispetto al quadro nazionale e al Sud. L’indice di vecchiaia, ovvero il numero di anziani per 100 persone di 0-14 anni, risulta più alto (220,8) della media nazionale (193,3). Nel 2050 solo il 2,8 per cento della popolazione lucana avrà tra zero e quattro anni, mentre il 38,6 per cento avrà più di 65 anni, con gli over 80 che rappresenteranno il 15,8 per cento delle popolazione, il doppio del dato registrato nel 2022.
In una società che invecchia centrale è prendersi cura delle fragilità della popolazione anziana. In tal senso, per il segretario generale della Fnp Cisl nazionale Didonè «la legge sulla non sufficienza è un passo avanti perché prima del 2023 gli anziani di questo paese erano invisibili, la legge prende atto che la popolazione anziana è la maggioranza relativa del paese. Noi giudichiamo il bicchiere mezzo pieno: c’è una legge che riconosce il ruolo dell’anziani. Siamo in ritardo di vent’anni ma diciamo che abbiamo scritto tutto quello che c’era da da scrivere, ora però bisogna declinarlo con i decreti attuativi perché per le famiglie oggi non cambia decisamente niente».