Per la “Fete de la Musique” a Parigi successo per “Canto Minimo” di Accinni e Forastiero. In ultima analisi poi i canti devozionali lucani presentati dalla chitarra di Accinni e dalla voce straordinaria di Forastiero sono quintessenza vera dell’ethos di un popolo (quello lucano) e attengono alla sua vera identità e al suo vero senso d’appartenenza. Il chitarrista legato a Mango ha voluto chiudere il concerto con un tributo a Mango e con un paio di brani di Pino Daniele. “La rondine” di Mango ha entusiasmato il pubblico francese tra il quale il cantautore di Lagonegro è poco conosciuto. Accinni sottolinea: “abbiamo portato a Parigi un pezzo della cultura del nostro popolo e il dialetto non è stato affatto un problema. La tradizione dell’identità lucana ha conquistato i francesi in una serata di grandi emozioni perché – dice – in un luogo “sacro” della cultura europea le emozioni si trasmettono e si ricevono cantando di “sacralità popolare”. Una serata indimenticabile proprio come gli spettacoli, sia pure in contesti diversi e con un gruppo diverso (Etnos), che ho tenuto in Cina e a Berlino”. Anche il management Bellitti esprime piena soddisfazione: “questa di Parigi è stata la dimostrazione che la musica popolare lucana può essere proposta in Europa, ha un grande potenziale di spettatori. Quando la musica esprime cultura ed identità culturali non ha confini e barriere e soprattutto rifugge ogni tentativo di omologazione di generi musicali commerciali”.
“La Festa della Musica che si svolge ogni anno il 21 giugno – sottolinea Antonio Calbi direttore dell’ Istituto Culturale Italiano a Parigi – l’hanno inventata i francesi. Bisognava incantarli. Per questo ho voluto insieme a due splendidi e significativi testimonial della musica tradizionale lucana il Gruppo di canto a tenore “Su Riscattu” di Lode, della Sardegna, proponendo uno spettacolo unico della tradizione musicale del Sud”. Ancora più emozionato è Stefano (Istevene) Pira dei Tenore sardi che conserverà sempre nella mente l’accoglienza ricevuta dai francesi. «Abbiamo proposto – ha sottolineato Stefano – una secolare tradizione, con un gruppo che hanno fatto la storia della tradizione musicale sarda. Il canto a tenore «è un modo di fare musica fra quattro amici, un modo di stare insieme. Nell’isola ci sono circa 70 paesi nei quali si canta ad accordo»