Nella giornata di sabato 22 giugno nella città di Matera si svolge la 1^ edizione del “Festival dell’invidia sociale, da zero a zero”, proposto da Casa Netural, Matera Letteratura, Risvolta, Amabili Confini, TAM – Tower Art Museum, Studio Antani, Generazione lucana, La Luna al Guinzaglio e Prime Minister Basilicata. Per tutta la giornata nel centro storico di Matera, tra via Ridola e il giardino del Museo Ridola sono stati organizzati talk di approfondimento, attività esperienziali, recital e installazioni artistiche e digitali.
Per ridere, per riflettere, per crescere: sono solo alcuni dei motivi che hanno spinto gli organizzatori del Festival dell’invidia sociale, per puntare i riflettori su uno dei sentimenti più vergognosi e timidi che più impatta sullo sviluppo sociale ed economico dei territori.
Proposto da Casa Netural, Matera Letteratura, Risvolta, Amabili Confini, TAM – Tower Art Museum, Studio Antani, Generazione lucana, La Luna al Guinzaglio e Prime Minister Basilicata. Un evento ideato e realizzato da Mariella Stella di Casa Netural insieme al giornalista Luca Iacovone, Mariateresa Cascino, presidente di Matera Letteratura e Francesco Mongello di Amabili Confini, in collaborazione con Luca Acito di Studio Antani, ideatore del ChitChatAudio Vanessa Vizziello dell’Associazione Risvolta e Margherita Dilucca di Generazione Lucana.
Le ragioni di un festival dedicato all’invidia sociale.
“Clima di sospetto e mancanza di riconoscimento, competizione distorta, freno all’innovazione sono le motivazioni che hanno spinto gli organizzatori ad accendere un faro sul fenomeno dell’invidia sociale per raccontarne con un approccio semiserio i limiti e le conseguenze che questo sentimento genera, e per esorcizzare in maniera collettiva gli effetti devastanti che porta con sé. L’occasione è stata utile per ironizzare su alcuni aspetti di questa passione triste che non favorisce la collaborazione tra le persone e accentua i campanilismi e i conflitti. L’obiettivo del Festival è stato quello di favorire maggiore accettazione e consapevolezza, rompendo tabù e facendo leva sul potere dell’ammirazione, lievito indispensabile per avere relazioni sane, resilienti e positive in ogni ambito della propria vita, esercizio da praticare soprattutto qui al Sud dove è necessario favorire le collaborazioni e le reti di alleanze per lo sviluppo sociale, culturale ed economico del territorio”.
L’evento è partito questa mattina con l’installazione contemporanea del Chitchat dei campanili in via Ridola a Matera e in piazza Matteotti a Potenza. Matera-Potenza per uno scontro tutto lucano: attraverso due dispositivi ChitChat, è stato possibile inviare messaggi vocali all’altro campanile, con la massima discrezione e in forma totalmente anonima. E’ stata anche l’occasione per ascoltare cosa, quegli altri, pensano di noi. Una opportunità per creare un ponte, sfogarsi e liberarsi di pesi e invidie, sfatare miti o rafforzare stereotipi nazionalpopolari.
A seguire nella sala conferenze del Museo Ridola dopo il saluto degli organizzatori è stato presentato il recital fiabesco “Cecami un occhio” di Rino Locantore. A seguire il dibattito a più voci coordinato dalla giornalista Mariateresa Cascino sul tema “Si muore più di invidia che di infarto”, un talk su riti, simboli e rappresentazioni di una triste passione, insieme allo psicolterapeuta Piero Caforio, all’artista Dario Carmentano, all’antropologo Domenico Copertino, al sacerdote Don Flavio Tufaro della parocchia di Colobraro e dallo stesso comune, noto per portare sfortuna, la consigliera comunale Concetta Sarlo.
Sono stati quindi organizzati gli incontri tematici “Chi ha il bene culturale più lungo? Storie di celodurismo del patrimonio”, a cura dell’archeologa Isabella Marchetta e dopo, “Hacking e intelligenza artificiale: spaghetti alla carbonara per misurare l’invidia sui social media”. Analisi di un caso, con l’esperto di Big Data Vincenzo Patruno e “La volpe arriverà mai all’uva? Tutte le scorciatoie del popolo lucano” con i risultati dell’indagine condotta da Generazione Lucana, a cura di Margherita Dilucca e Miriam Matteo.
A fine mattinata sono satti ascoltati i messaggi raccolti sul ChitChatAudio per analizzare contenuti e temi delle tracce audio inviate dai cittadini nelle due città capoluogo e i messaggi raccolti sui Post It nell’installazione del confessionale in legno di Parblè, dove ognuno ha potuto ammettere le proprie invidie, confessarsi, leggere e riflettere i vizi capitali sugli otto specchi, tanti quanti sono i vizi capitali e per guardarsi dentro con maggiore profondità.
Nel pomeriggio mini proiezioni e talk con l’attore e regista, Antonio Andrisani e il presidente del Matera Film Festival, Dario Toma, dal titolo “Il buono, il brutto e l’invidioso: il sesto vizio capitale nella settima arte”.
A seguire lo spettacolo di Anna Onorati, “Malocchio, preghiere e finocchio”, il laboratorio di intelligenza spirituale sul potere dell’ammirazione “O ti elevi o ti levi” a cura della psicologa Federica Cavicchini. “Miserabile invidia”, un dialogo a due tra gli attori Antonio Montemurro e Franco Burgi e “Stand Up Comedy a tema invidia (non l’insalata)”, a cura di Giada Biaggi. A chiudere la prima edizione del Festival dell’invidia sociale, il talk e la performance “Invidiateci Pure” con la regista Vania Cauzillo e le Drug Queen, Sorelle Pompadur.
Il festival dell’invidia sociale ha previsto anche una serie di installazioni.
Matera-Potenza uno scontro tutto lucano: attraverso due dispositivi ChitChat, durante la giornata è stato possibile possibile inviare messaggi vocali all’altro campanile, con la massima discrezione e in forma totalmente anonima. Un’occasione per ascoltare cosa, quegli altri, pensano di noi. Una opportunità per creare un ponte, sfogarsi e liberarsi di pesi e invidie, sfatare miti o rafforzare stereotipi nazionalpopolari. I ChitChat dei campanili di Studio Antani saranno installati il 17 giugno 2024 al Moon di Potenza, in Via Macchia, Via S. Luca, 68/ e il 22 giugno 2024, dalla 9.00 alle 22.00, a Matera, in Via Ridola e a Potenza, in Piazza Matteotti.
Le due opere di Parblè – Art Decò sono state installate nel Museo Ridola e sono parte dell’allestimento del Festival da zero a zero.
Il confessionale
Ammettere le proprie invidie, confessarsi, leggere e riflettere i vizi capitali sugli specchi: nel confessionale in legno, realizzato dall’artista Parblè, ognuno potrà trascrivere su un Post it l’esperienza che vive quando la triste passione universale prende il sopravvento sulla ragione. Nella camera degli otto specchi, tanti quanti sono i vizi capitali, potrà vedere riflessa la propria immagine per guardarsi dentro con maggiore profondità.
Manichini
Tre mezzi busti, con il collo storto, si guardano con invidia. La posizione del collo e l’adocchiamento sbieco evidenziano quanto l’invidia sia una malattia del vedere, dello sguardo. È un vedere che non accoglie, non contempla e che diventa “in-vedere”, vedere male, vedere il male nel prossimo, con la volontà di togliergli e annientare il valore di ciò che di buono possiede.
I sostenitori del Festival dell’invidia sociale
Il Festival è organizzato in collaborazione con il Polo Museale di Matera, con il supporto tecnico di Eco Verticale, Ego55 e i Vizi degli Angeli, con il sostegno di Ristorante Mosto, Al Falco Grillaio, Netural Coop, Serigrafando e Autocity. Partner dell’iniziativa il Matera Film Festival e Associazione Volontari Open Culture 2019 con il Patrocinio del Comune di Matera, del Comune di Colobraro e della Fondazione Matera Basilicata 2019.
La fotogallery della conferenza stampa (foto www.SassiLive.it)