Peppino Brescia, ex parlamentare e già sindaco di Melfi in una nota replica alla Direzione Strategica dell’AOR del San Carlo” sul rischio depotenziamento degli ospedali di Melfi, Lagonegro, Villa d’Agri. Di seguito la nota integrale.
Sulla stampa regionale di oggi, leggo le rassicurazioni della Direzione Strategica dell’Azienda Ospedaliera Regionale del San Carlo di Potenza sulla questione dell’ipotesi di eliminazione delle guardie cardiologiche di notte negli ospedali di Melfi, Lagonegro e Villa d’Agri.
Mi si contestano i termini “ulteriore depotenziamento”, parlando, invece, di potenziamento in atto dell’esistente, con un elenco di attività.
E’ un comunicato “nervoso” a dimostrazione di aver toccato un punto nevralgico della situazione dei nostri ospedali.
Consiglierei alla Direzione Strategica di essere presente non solo al San Carlo di Potenza, ma girare costantemente negli ospedali “periferici” che sono punto di riferimento dei cittadini lucani e di quelli dei territori confinanti e perciò di immigrazione sanitaria positiva da altre regioni. Vedrebbe che la realtà è per davvero preoccupante.
Nel merito delle questioni:
1) Per la cancellazione delle guardie cardiologiche di notte nei tre ospedali, non si è ancora definitivamente deciso solo perché a quel tavolo tecnico, l’ipotesi avanzata è stata fortemente contestata dai responsabili delle “articolazioni coinvolte –dal Pronto Soccorso all’Anestesia e Rianimazione, dalla Cardiologia alla Terapia Intensiva Cardiologica” ed io aggiungerei i responsabili del 118.
2) Deve pur significare qualcosa se alle contestazione dei responsabili, è seguito rinvio di ogni decisione ad altro incontro.
3) La Direzione Strategica afferma che non c’è depotenziamento degli ospedali di base, bensì il potenziamento delle attività, citando “prestazioni ambulatoriali e chirurgiche di Otorinolaringoiatria, di oculistica,….”.
4) In replica, mi permetto di spiegare le mie “preoccupazioni” parlando, e scasandomi per questo, dell’ospedale di Melfi, delle sue difficoltà e del suo costante declassamento.
· L’Unita operativa di Otorinolaringoiatria a Melfi non esiste più e da tempo non vengono più assicurate nemmeno le visite ambulatoriali e quegli interventi mensili. Quindi depotenziamento.
· Unità operativa di Radiologia, è stata trasformata da complessa, con il proprio responsabile, a semplice con primario del San Carlo. Quindi declassamento.
· Unità operativa di Cardiologia e UTIC, è passata da complessa con proprio primario, a semplice, con primario del San Carlo. Declassamento.
· Unità operativa di Analisi e Laboratorio, è diventata semplice, con primario del San Carlo. Declassamento.
· Seria carenza di personale sanitario al Pronto Soccorso. Alcuni turni vengono coperti con medici esterni a gettone.
· Unità operativa complessa di Medicina è ritornata ad essere senza primario.
· Unità operativa complessa di Ostetricia e Ginecologia, da tempo è senza primario.
· Unità operativa complessa di Ortopedia e Traumatologia si poggia sulla instancabile opera di soli due medici, di cui uno è il primario e sperando che nessuno dei due vada via. Oltre le prestazioni di due medici esterni a chiamata.
Mi fermo qui, per rispetto degli operatori sanitari che, comunque, con sacrifici personali, si adoperano per rispondere con professionalità alle richieste dei pazienti.
Perciò, consiglierei alla Direzione Strategica più prudenza e meno nervosismo e, invece di usare la tecnica di negare l’evidenza, di ascoltare per davvero i tavoli tecnici (a partire dall’ipotesi dell’eliminazione delle guardie cardiologiche notturne), gli operatori, i territori.
Insomma, stare meno a Potenza e conoscere meglio la periferia, la quale non è una semplice appendice, è molto, molto di più per la salute delle persone.
Mi permetto, ancora una volta, di rivolgere, in questo senso, un appello al Presidente Bardi, ai Sindaci delle aree di riferimento degli ospedali sede di Pronto Soccorso Attivo di Melfi, Lagonegro e Villa d’Agri, ai Consiglieri regionali di tutti i partiti, di approfondire, concretamente, le questioni.