“La Diga del Rendina tornerà presto in attività. Assentiti alla Basilicata oltre 110 mln di euro per riportare l’invaso alla sua piena funzionalità. Ci appuntiamo questa medaglia sul petto perché, in solitaria e in tempi non sospetti, abbiamo sostenuto, presso i Ministeri competenti, l’inserimento di quest’opera all’interno di una Programmazione strategica nazionale. Finalmente è stato raggiunto lo scopo. Dopo più di 60 anni e varie peripezie, sia tecniche che naturali, la capacità e l’utilità di quest’opera necessaria e decisiva per il nostro territorio potranno essere espresse a livelli ottimali”.
Lo annuncia il già assessore alle infrastrutture Donatella Merra che rivendica il grande lavoro svolto e gli enormi sforzi messi in campo per il conseguimento di un obiettivo epocale per l’intera Basilicata.
“Dopo una attesa durata decenni e una lunga battaglia che solo nell’ultima legislatura ha preso reale consistenza, anche in virtù di una precisa e lungimirante azione di coordinamento e sollecitazione, sia personale che politica, in seguito a cui sono state anche ricomposte le opportune sinergie con tutti gli attori coinvolti, finalmente il progetto di recupero della diga del Rendina è stato interamente finanziato e inserito nel Piano Nazionale di Interventi Infrastrutturali e per la Sicurezza del Settore Idrico (PNIISSI). Oggi tutti i lucani – ha proseguito l’esponente di Fratelli d’Italia – possono esultare per questo risultato che restituirà alla nostra comunità un’opera infrastrutturale indispensabile per lo sviluppo del settore agricolo e non solo, sia della Basilicata ma anche della vicina Puglia e dello stesso meridione”.
Si tratta di un intervento cruciale sotto diversi aspetti: economici, sociali ed anche di salvaguardia ambientale. La Diga, già negli anni ’50, costituì un volano di attrazione produttiva e crescita economica per le attività imprenditoriali di una vasta zona ma siamo convinti che le sue potenzialità siano ora anche maggiori; sarà certamente il tessuto socio-economico dell’area nord ad avvantaggiarsene per primo ma le ricadute positive si sentiranno in tutta la Regione, in una fase cruciale in cui il settore agricolo, ancora colpito da molte emergenze, esige investimenti infrastrutturali seri e permanenti per superare vecchie logiche meramente assistenziali che non hanno mai risolto i veri problemi.
L’efficientamento degli invasi lucani – conclude Merra – è sempre stato al centro della nostra agenda Politica e continuerà ad esserlo perché la risorsa acqua e il suo proficuo accumulo rappresentano per la Basilicata elementi essenziali di una ripresa e un rilancio generale sui quali non ci può ancora attardare. In questi anni abbiamo portato avanti una programmazione innovativa e coerente su gran parte della rete di invasi e schemi idrici della nostra regione, essendo l’acqua uno dei beni più preziosi della nostra terra, dal quale dipende il futuro di questa e anche delle prossime generazioni. Ma avere l’acqua in sé non è sufficiente a generare ricavi e opportunità, occorre saperla conservare, proteggere e utilizzare a vantaggio della società e delle sue attività. L’avviato potenziamento e adeguamento delle infrastrutture idriche è pertanto fondamentale in questa fase caratterizzata dal riordino della governance del sistema idrico che ci mette di fronte ad alcune incognite ma anche a nuove chance da cogliere al volo.