Da settimane migliaia di agricoltori in piazza da Nord a Sud dell’Italia contro l’invasione di 2,3 milioni di cinghiali, liberi di devastare i campi e minacciare la vita degli automobilisti a causa dei ritardi nell’attuazione dei piani regionali di contenimento. La mobilitazione arriva anche in Basilicata dove il prossimo 9 luglio è in programma, a partire dalle ore 9, una imponente manifestazione dinnanzi alla sede della Regione, a Potenza. L’obiettivo è far applicare subito a livello regionale le misure previste dal decreto interministeriale varato lo scorso anno per l’adozione di un Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica incontrollata. Nei piani delle Regioni dovrà essere previsto il coinvolgimento attivo dei proprietari e conduttori dei fondi muniti di licenza per l’esercizio venatorio e la costituzione di un corpo di Guardie volontarie, a livello provinciale, per colmare il deficit di organico della polizia locale con la possibilità di agire anche nelle aree protette. In Basilicata si contano 110mila cinghiali con le colture maggiormente danneggiate che sono i cereali, piante a frutto vigneti, ortaggi, foraggio, leguminose. Le aree in cui i danni si sono verificati con più frequenza e in quantità maggiore, sono quelle in prossimità dei Parchi. “La presenza della fauna selvatica rappresenta un pericolo per la incolumità delle persone e una tragedia dal punto di vista economico. Campi devastati – spiega il presidente regionale della Coldiretti di Basilicata, Antonio Pessolani – raccolti falcidiati, incidenti automobilistici anche mortali, assedio nelle campagne come nei centri cittadini. La presenza dei cinghiali non è un problema solo per gli agricoltori, ma per tutti. Ed è un problema che va risolto”. Dopo anni di battaglie della Coldiretti finalmente con la legge di Bilancio 2023, in vigore da ormai più di 18 mesi, è stato introdotto nel nostro ordinamento l’articolo 19 ter della legge 157/1992, che prevede l’adozione di un “Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica”. Tale piano è stato adottato con Decreto interministeriale del 13 giugno 2023, ormai 12 mesi fa.” Le attività di contenimento disposte nell’ambito del piano non costituiscono esercizio di attività venatoria e sono attuate anche nelle zone vietate alla caccia, comprese le aree protette e le aree urbane, nei giorni di silenzio venatorio e nei periodi di divieto come previsto dalla legge. Cosa manca allora? Manca il Piano regionale di attuazione. Non c’è più tempo da perdere. Gli agricoltori e gli allevatori non possono più aspettare, mentre i cinghiali continuano a devastare i frutti del loro duro lavoro, lasciandosi alle spalle solamente danni e desolazione”. Alla manifestazione del 9 luglio sono invitati non solo gli agricoltori, ma anche tutti i cittadini alle prese ormai da anni con questa emergenza.