No scorie-Mediterraneo No Triv: Scarsità di acqua in Basilicata, evitiamo le trivellazioni petrolifere sulle ultime sorgenti-falde rimaste. Di seguito la nota integrale.
Nella Basilicata che da acqua a milioni di persone vedere rubinetti e campi a secco dopo quello che sta accedendo in Sicilia (dove oltre ai razionamenti e l’agricoltura distrutta anche i turisti fuggono via) c’è da preoccuparsi.
I cambiamenti climatici impongono. non solo di risparmiare l ‘acqua e di utilizzarla in economie sostenibili ma di tutelare al massimo gli ecosistemi per evitare che dalle ultime sorgenti rimaste non sgorghi più una goccia di acqua .La nostra preoccupazione più grande che abbiamo in questa regione da decenni è di evitare le trivellazioni petrolifere sulle ultime sorgenti di acqua e falde idriche rimaste con il rischio di inquinare irrimediabilmente le falde e i corsi di acqua e di seccare definitivamente le sorgenti. In alta Val d’Agri sono presenti centinaia di sorgenti /aree di ricarica in parte censite dall’università di Basilicata che andrebbero tutelate da un piano di tutela regionale delle acque che non esiste e sui cui luoghi andrebbe proibita qualsiasi attività industriale.
In Alta Val d’Agri ci sono nuove richieste (in itinere) di ricerca e messa in produzione di nuovi pozzi petroliferi con i rispettivi procedimenti in V.I.A presso il ministero dell’ambiente per Pergola 1 e Cluster sant’Elia (n.2 pozzi ) .https://va.mite.gov.it/it-IT/Oggetti/Info/9585https://va.mite.gov.it/it-IT/Oggetti/Documentazione/9716/14297?Testo=&RaggruppamentoID=144#form-cercaDocumentazione(per questo procedimento le osservazioni presso il Mite scadono il 12/07).
Le trivellazioni su aree di ricarica ,falde e sorgenti sono un rischio enorme oltre l”insostenibilità stessa delle estrazioni petrolifere che consumano acqua in modo esponenziale (da 0,4 a 8 barili di acqua per uno di petrolio ) che nel processo petrolifero si trasformano in reflui tossici e radioattivi difficili da trattare e da smaltire e che restano purtroppo un problema per il rischio di inquinamento delle acque stesse. Fatevi qualche calcolo sui consumi di acqua su una presunta produzione di circa 130.000 barili al /gg (dove un barile sono circa 156 lt).
Se le nostre sono solo paure, qualcuno venga a spiegare agli agricoltori di Policoro che abitano vicino tre pozzi di gas (Petrulla Ord. n.10104 del 28/4/23 ,Morano Ord. n. 10390 del 18/4/24,Policoro1 Ord. n.5414 del 20/09/24 ) nemmeno più eroganti (in aree diverse ) perchè si sono visti recapitare ordinanze di divieto di emungimento acqua dai pozzi per uso potabile e irriguo?
Ricordiamo bene il caso del pozzo Morano ( anche qui avevamo abbondantemente avvertito la regione Basilicata e il suo ufficio di compatibilità ambientale già dal 2008 con nutrite osservazioni scritte dai cittadini/comitati di non trivellare le falde vicino le case coloniche nell’area golenale del letto di un fiume),gli stessi agricoltori scesero in piazza contro il pozzo nel 2010, ma l ‘assessore del tempo e il presidente della regione ignorarono osservazioni e proteste, ora vorremmo sapere da chi autorizzò quel pozzo chi paga le conseguenze ?
Se il petrolio era buono per la comunità di Basilicata dopo 30 anni se ne sarebbero visti i frutti, invece pochi si sono arricchiti, le economie locali basati proprio sull’acqua e sul turismo nelle are estrattive sono ridotte all’osso e la regione è sempre più povera e spopolata, mentre resta l ‘inquinamento e le aree da bonificare .
Infatti, chi farà le bonifiche a impianti e pozzi esauriti? Anche la storia con cui con le royalites (le più basse del mondo) si mantiene la sanità non regge più, anche perché qualcuno ci dovrebbe spiegare perchè regioni che non lasciano trivellare il territorio hanno una sanità più efficiente della nostra .