L'”emergenza cinghiali” che da troppo tempo si abbatte come un ciclone sugli agricoltori e sui Comuni va comunque sottratta a speculazioni di parte individuando, prima di tutto, le responsabilità politiche ed istituzionali che vanno ricondotte nel Governo (Ministro Agricoltura) e nella Giunta Regionale. E’ inconfutabile che i provvedimenti assunti sinora a livello nazionale e regionale sono del tutto inadeguati. A livello regionale – fatto ancora più grave – si è riversata sui Comuni la “patata bollente” come dimostra lo stanziamento di appena 137mila euro destinati ai comuni lucani per l’acquisto e l’installazione di dispositivi di cattura e che hanno grandi difficoltà per rispondere all’Avviso Pubblico della Regione. Bene hanno fatto i consiglieri regionali del Pd Marrese, Lacorazza e Cifarelli a lavorare per un’interrogazione che inchiodi la Giunta alle sue responsabilità. La soluzione è stata da tempo individuata nel piano straordinario di gestione e contenimento della fauna sul territorio regionale. Si è perso già troppo tempo. E spero che la nuova Giunta Regionale che sta nascendo in queste ore con la nomina, finalmente, di un Assessore alle Politiche Agricole possa affrontare seriamente e con rapidità la questione. Si tratta, in primo luogo, di mettere intorno ad un Tavolo associazioni del mondo agricolo e venatorio, Comuni e Province per concordare un cronoprogramma di azioni da svolgere a breve e medio termine. Agli agricoltori che hanno manifestato oggi sotto la Regione bisogna dire le cose come stanno. E tra le soluzioni immediate bisogna riconoscere un ampliamento del periodo di caccia, attualmente da fine settembre a inizio gennaio, con tre mesi e mezzo del tutto insufficienti. Inoltre, i soli cacciatori e gli agricoltori con possesso di porto d’armi non bastano e vanno incentivati in qualche forma, anche economica. Il nuovo Assessore regionale all’Agricoltura l’assuma come priorità.
Lug 09