Tortorelli (Uil): in tema di welfare territoriale l’Autonomia Differenziata è già consolidata. Di seguito la nota integrale.
Dall’ultimo report Istat sul welfare territoriale viene fuori con evidenza che l’Autonomia differenziata in Italia è già ben consolidata: i cittadini di Bolzano possono contare su una spesa sociale media pro capite di 592 euro, di oltre tre volte superiore alla media dei Comuni del Nord Italia, che è di 174 euro. Mentre chi vive nel Mezzogiorno deve accontentarsi di 92 euro. A sostenerlo è il segretario regionale della Uil Vincenzo Tortorelli che oggi a Matera ha incontrato i dirigenti della sede Uil per definire gli aspetti organizzativi relativi alla raccolta delle firme a sostegno del referendum. Divari rilevanti permangono anche nella spesa sociale fra Comuni della stessa regione. In generale, le risorse aumentano al crescere della dimensione demografica dei Comuni, mantenendo però le rilevantissime distanze fra le tre principali aree geografiche del Paese. In media i Comuni al di sotto dei 10mila abitanti spendono per il welfare locale 118 euro pro-capite l’anno, valore che aumenta gradualmente per i Comuni fra 10mila e 20mila abitanti (121 euro) e fra 20mila e 50mila (124 euro), mentre si ha un incremento più deciso oltre i 50mila abitanti (182 euro). Infine, mentre i Comuni più grandi del Centro e del Nord sono ben al di sopra del resto del Paese, quelli del Mezzogiorno spendono meno della media italiana e dei Comuni più piccoli del Nord. Nonostante l’Istat segnali che la spesa dei Comuni lucani per servizi sociali sia aumentata del 17,2% – aggiunge – siamo ancora molto lontani dal soddisfare i bisogni essenziali specie delle persone anziane e di quanti vivono il disagio sociale. Figuriamoci cosa accadrebbe – continua Tortorelli – con la legge Calderoli se si passerà a un modello in cui ogni Regione, ogni territorio potrà contare solo sulle proprie risorse. Per questo stiamo intensificando l’impegno a tutte le sigle che aderiscono al Comitato referendum nelle due province in occasione dei banchetti per la raccolta firme per spiegare ai cittadini che in gioco c’è in primo luogo il futuro del welfare.
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