Zes unica, Consigliere regionale Cifarelli (PD): rinviare scadenza e trovare nuove risorse. Di seguito la nota integrale.
Purtroppo lo avevamo detto: se tutto è Zes niente è Zes, ed i fatti ci stanno dando ragione. Non eravamo convinti della bontà della Zes unica per il Mezzogiorno quando il Governo Meloni ha deciso di istituirla centralizzando il controllo e superando l’impostazione che per la Basilicata puntava a valorizzare le aree industriali, e non ne siamo convinti ancora di più ora, alla luce della “Determinazione della percentuale del credito d’imposta effettivamente fruibile per gli investimenti nella Zona economica speciale per il Mezzogiorno – ZES unica, di cui all’articolo 16 del decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2023, n. 162” del 22 luglio scorso attraverso la quale il Direttore dell’Agenzia delle Entrate -Ernesto Maria Ruffini- ha stabilito che la percentuale del credito d’imposta effettivamente fruibile per gli investimenti nella Zona economica speciale per il Mezzogiorno – ZES unica – è pari al 17,6668 per cento e, nel caso di una media impresa che ha richiesto il 50% di credito d’imposta, la percentuale che gli verrà riconosciuta è data da 50%x17,6668%=8,8334%. In Basilicata ancora meno. Meglio sarebbe stato se della dotazione iniziale (1.670 milioni di euro) il Governo avesse almeno stabilito una quota per ogni regione; così, invece, la piccola Basilicata ed il suo sistema imprenditoriale si trova a “competere” sulla divisione delle risorse con sistemi territoriali molto più attrattivi.
Condividiamo le preoccupazioni e le perplessità espresse da tutte le associazioni datoriali, Confindustria in testa. Se le cose dovessero restare così si tratterebbe di una vera e propria presa per i fondelli a scapito dei tanti imprenditori che hanno creduto nella possibilità di investire in nuove attività ovvero consolidare, ampliare o riconvertire quelle esistenti. Aver messo a disposizione solo 1.670 milioni di euro potrebbe indurre tanti imprenditori a rinunciare agli investimenti, con la immaginabili ricadute negative in termini di occupazione e di ricchezza prodotta. Gli investimenti hanno bisogno di certezze, che questo Governo non è stato in grado di assicurare. Riteniamo pertanto necessario da un lato spostare al 31 dicembre la scadenza delle prenotazioni attualmente fissate al 15 novembre, e dall’altro aumentare la disponibilità di risorse per tendere a coprire gli oltre 9 miliardi di investimenti già programmati dalle imprese. Il Governo regionale, per parte sua, potrebbe aumentare le risorse stanziate sui “Mini Pia” per consentire alle imprese di sommare le agevolazioni. Tentare, come sta facendo il centrodestra, di scaricare a massa sul “povero” Direttore dell’Agenzia delle Entrate per costringerlo a rifare i conteggi e farli quadrare solo sulla carta, è un tentativo miserevole, prova che la Zes unica era un bluff ora da coprire con un altro bluff.