“Vorrei ricordare un evento tragico avvenuto il 26 luglio del 1986 in un comune del potentino, a Senise. All’alba di quel giorno un terribile smottamento causò il crollo di un intero quartiere che si trovava su collina Timpone, a monte dell’abitato. Una tragedia che costò la vita a 8 persone”. E’ la riflessione di Christian Giordano, Presidente di Upi Basilicata e della Provincia di Potenza.
“Tra le vittime c’erano 4 bambini: i tre fratelli Pinuccio, Maria e Maddalena Durante di 15, 12 e 8 anni; la piccola Francesca, di appena 32 giorni. Morirono anche i coniugi Rocco e Rita Gallo e Giuseppe e Elena Formica. Quella di Senise fu una tragedia annunciata, perché prima di quella mattina si erano palesate avvisaglie anche di rilevante entità che, se considerate in tempo, avrebbero almeno permesso a quelle famiglie di allontanarsi definitivamente dalle proprie case. Da rappresentante istituzionale mi sento in dovere, oggi, di contribuire ad alimentare la Memoria di quello che accadde, ricordando prima di tutto a me stesso quanto spesso, purtroppo, simili tragedie sono destinate ad essere, come si suol dire della Storia, «maestre senza scolari». Da padre esprimo la mia vicinanza ai sopravvissuti, ai figli rimasti senza genitori e ai genitori rimasti senza figli, per usare le parole del Vescovo dell’epoca durante i funerali. Alla comunità di Senise giunga il mio pensiero”.
“Ma assieme al ricordo di quanto accadde 38 anni fa a Senise, in una vicenda che divenne l’emblema della nostra Italia martoriata dal dissesto idrogeologico- continua Giordano- è doveroso attualizzare la riflessione riportandola ai giorni nostri, senza timore di evidenziare quanto, ancora oggi, le programmazioni dedicate alla mitigazione del dissesto siano timide e poco lungimiranti. I territori delle nostre due province sono in molti casi fragili e richiedono una programmazione puntuale e sinergica, in un lavoro costante e interistituzionale. La riduzione del rischio diventa azione strategica per la risoluzione di problematiche rilevanti che interessano la quotidianità dei cittadini, a partire proprio dalla viabilità provinciale in molti casi colpita proprio dal dissesto”.