Distefano (Anbi): siccità va affrontata con adeguata operatività locale e una efficace programmazione in sede europea. Di seguito la nota inviata da Donato Distefano, Componente esecutivo nazionale ANBI.
L’emergenza idrica che subisce la Basilicata in questi mesi è strettamente connessa ai cambiamenti climatici che generano fenomeni atmosferici sempre più estremi e violenti, aggravata dallo stato in cui versano strutture, opere e beni tecnici-strumentali utili al governo e alla distribuzione dell’acqua.
Per risolvere la prima condizione è necessario attivare soluzioni innovative sul versante dell’adattamento e della mitigazione; la seconda: è quella di realizzare un grande piano di adeguamento infrastrutturale, a partire dalle opere di accumulo a quelle per la distribuzione ed alle interconnessioni fra i principali schemi idrici.
Queste condizioni richiedono l’immediata definizione del “piano per le infrastrutture irrigue”, che partendo dal sistema degli accumuli consenta di trattenere la maggior quantità di acqua possibile.
Nelle more di tali processi che richiedono innovativa progettualità, adeguate risorse e tempi di attuazione medio lunghi, abbiamo la necessità di poter contare su una operatività in grado di traghettare l’attuale gestione della risorsa in direzione dei nuovi e necessari standard che guardano alla piena applicazione della direttiva comunitaria acqua e i relativi piani attuativi.
In ragione di questo stato di cose e richiamando una rinnovata cultura della responsabilità e dell’utilizzo consapevole della strategica risorsa è utile agire secondo alcune concrete opzioni.
La prima cosa che serve riguarda i livelli definitivi di operatività anche in sede locale.
Si vuole richiamare in un quadro di regole preventivamente condivise, la possibilità di operare e avere margini di funzionalità e livelli di autonomia che mettano nelle condizioni i soggetti deputati alla gestione e alla erogazione dei servizi idrici come ad esempio i CCddBB di poter soddisfare bisogni ed esigenze anche straordinarie di Comunità e imprese.
Inoltre per una effettiva pianificazione della risorsa idrica serve una strategia di area vasta.
E’ indispensabile ed è sempre più dirimente sul tema acqua favorire approcci sistemici ed integrati. Si tratta di problematiche di area vasta che superano i meri confini amministrativi e che richiedono interventi sovrannazionale da attuare attraverso intese mutualistiche e sussidiarie.
In ragione di tali valutazioni assume estrema rilevanza la redazione di un piano di azione da collocare fra i grandi dossier programmatici dell’Unione Europea, che d’intesa con gli Stati membri deve redigere un piano pluriennale dedicato alla tutela, la gestione e l’uso razionale della risorsa idrica, una misura che potremmo chiamarla WaterEU.
Le ragioni di tale opzione sono molteplici, l’importanza strategica della risorsa acqua, l’imponente disponibilità finanziaria oltre alle soluzioni innovative sul versante tecnico-progettuale, ma ancor di più per concretizzare programmi che sono al centro della agenda politica della stessa Unione, come il contrasto ai cambiamenti climatici, il New green deal, le transizioni ambientali, energetiche, digitali, tutte misure destinate a traghettare il vecchio Continente entro il 2050 verso la neutralità climatica e la giusta sostenibilità ambientale, economica e sociale.
Tutti temi ripresi e rilanciati dalla riconfermata Presidente Von der Leyen e sintesi programmatica della nuova maggioranza costituitasi nel Consiglio dell’UE dopo le scorse elezioni europee e che saranno al centro del primo forum Euromediterraneo sull’acqua che si terrà a Roma nel 2026.
Il Governo, le Regioni tutte e la Basilicata in primo luogo, hanno la responsabilità di provvedere, con urgenza, alla redazione del piano coinvolgendo la Conferenza permanente Stato – Regioni e le Organizzazioni di rappresentanza sociali e produttive, riconoscendo l’importanza di tale risorsa e sempre più fattore di competitività, sviluppo e benessere dei territori e delle comunità.
L’ANBI, intende continuare a dare il suo contributo e nei giorni scorsi a Roma ha presentato alcune sperimentazioni con il mondo universitario; sono dei casi di studio a livello europeo ed un contributo per la ricerca avanzata in grado di favorire una nuova normalità idrica in modo da evitare di ricadere in situazioni di continua emergenza.