Giovedì 1 agosto 2024 dalle ore 21,30 nella Terrazza di Palazzo Lanfranchi a Matera è in programma il film “La signora della porta accanto” per la rassegna “Cinema in terrazza”. Posto unico 5 euro.
La rassegna, è organizzata in collaborazione con Museo Nazionale di Matera sul tema “Cinema e Cultura”
Il Museo di Palazzo Lanfranchi sarà inoltre visitabile al pubblico dalle ore 21:00 alle ore 24:00 in occasione delle aperture serali straordinarie di valorizzazione.
Sinossi
In un paese vicino a Grenoble la signora Odile Jouve, che gestisce il circolo del tennis, introduce la vicenda di Mathilde e Bernard. Philippe, controllore di volo, e sua moglie Mathilde vanno a vivere in una casa che si trova di fronte a quella di Bernard Coudray, di sua moglie Arlette e il figlio Thomas. Mathilde e Bernard si sono amati di un amore passionale otto anni prima e ora fingono di non conoscersi. Era stata lei a voler troncare la loro relazione ma adesso entrambi si trovano di fronte a un sentimento che riesplode dando origine a una catena di eventi che coinvolgono anche le reciproche famiglie.
Il progetto risale a diversi anni prima della sua realizzazione e a cui si pensava dovessero partecipare come protagonisti Jeanne Moreau e Charles Denner.
La collaborazione con Gérard Depardieu per L’ultimo metrò si unisce a questa riflessione: “Quando ebbi l’occasione di vedere, fianco a fianco, Fanny Ardant e Gérard Depardieu (alla serata dei Cèsars), ebbi la sensazione che cinematograficamente quella fosse una bella coppia, due figure alte, il biondo e la bruna, un uomo apparentemente semplice ma complicato, una donna apparentemente complicata ma in realtà semplice come un arrivederci.”
Truffaut ha spesso amato il numero dispari nelle vicende amorose identificandolo con il numero 3, In Jules e Jim, in La calda amante così come in Le due inglesi, le opere più rappresentative in materia mutavano le appartenenze sessuali ma il cosiddetto triangolo dominava. Ora il rischio è quello della ‘banalità’ delle due coppie ma viene evitato grazie al personaggio di madame Odile.
E’ colei che ha vissuto il fuoco della passione che ha lasciato un segno indelebile sul suo corpo così è accaduto a Mathilde. E’ alla sua ‘saggezza’ che viene chiesto di introdurre e chiudere la vicenda ma anche di indicare una possibile via d’uscita grazie a una scelta che compie con grande consapevolezza.
Truffaut rilegge l’amour fou senza farsi affascinare dalle derive del feuilleton ma osservando i suoi protagonisti con l’oggettività, ma anche con la comprensione, di chi, in fasi diverse della vita, ha vissuto le loro angosce, le loro ansie, i loro abbandoni. Lo fa, senza preoccuparsi delle possibili critiche degli intellettuali, recuperando anche la cultura erroneamente ritenuta ‘bassa’: “Ciascun film, ciascun romanzo, sempre che siamo ancora in grado di vedere e di leggere, sembra parafrasare la nostra pietosa avventura, ogni canzone sentita alla radio parla di noi, denuncia i nostri errori e conferma il nostro annientamento : ‘senza amore non si è niente'”.