Si chiama Tuta absoluta ma è meglio conosciuta come tignola del pomodoro, sebbene può attaccare pure le piante di melanzane, patate e peperoni, solanacee spontanee e fagioli coltivati. Nell’ultima puntata di ALSIA Porte Aperte in Podcast, pubblicata sui canali dell’Agenzia, sono illustrati gli accorgimenti necessari per difendersi da questo microlepidottero, pericoloso parassita originario dell’America meridionale dove già dagli anni ‘60 è noto per i danni elevati che provoca sul pomodoro sia in serra che in campo. Questo insetto è arrivato in Emilia Romagna nel 2008 e di lì si è rapidamente diffuso in tutta la penisola italiana. Anche i Paesi europei che si affacciano sul Mediterraneo ne sono afflitti.
“In condizioni ambientali favorevoli può diventare devastante se il suo controllo non è gestito correttamente – afferma Aniello Crescenzi, direttore dell’ALSIA-. Le larve di Tuta absoluta si alimentano delle parti verdi della pianta scavando gallerie (dette mine) sottocuticolari che convergono causando gravi disseccamenti. I frutti – spiega Crescenzi – vengono attaccati in tutti gli stadi di sviluppo. Questa tignola può avere molte generazioni all’anno a seconda del microclima, e le femmine depongono le uova su tutti gli organi della pianta. A 30 gradi centigradi il parassita completa il suo ciclo in 1 mese soltanto. A temperature di 15 gradi, invece, l’intero ciclo dura 3 mesi. In serra, dove il cibo è sempre disponibile e l’ambiente è caldo umido, le larve non entrano in diapausa ed il ciclo non si interrompe nemmeno in inverno. Nel nostro Podcast, illustriamo i diversi metodi di controllo, e non solo la lotta chimica, perché questo parassita può sviluppare facilmente forme di resistenza a diversi principi attivi”.
La strategia di difesa prevede innanzitutto di approvvigionarsi di piante sane, poi ci sono una serie di accorgimenti agronomici che contribuiscono a limitarne la popolazione ovvero: l’eliminazione delle solanacee infestanti presenti all’interno e ai bordi dei campi; l’allontanamento e la distruzione degli organi vegetali attaccati e dei residui colturali; le rotazioni colturali con specie diverse dalle solanacee e dai fagioli; l’utilizzo di teli pacciamanti o, in alternativa, leggere sarchiature per ostacolare le crisalidi che in genere svolgono il loro ciclo nel terreno.
Per le colture in serra, si possono istallare reti anti-insetto a maglia molto stretta. Anche le trappole possono essere utili, alcune per monitorare la presenza dell’insetto in modo da valutare il momento adatto ad intervenire con prodotti insetticidi, altre per la cattura massale ovvero per tenere bassa la popolazione. Queste trappole, ad acqua e olio vegetale attivate col feromone sessuale, possono essere anche realizzate artigianalmente. Inoltre si possono utilizzare le trappole a elettroluminescenza, anche se catturano indistintamente tutti gli insetti, anche quelli utili.
Riguardo alla lotta con insetticidi, oggi ci sono diversi prodotti registrati su pomodoro contro Tuta absoluta, alcuni dei quali ammessi anche in biologico. È importante alternare gli insetticidi con differente modalità di azione allo scopo di evitare l’insorgenza di fenomeni di resistenza, ed effettuare i trattamenti nelle ore crepuscolari.
I tecnici dell’ALSIA sono a disposizione degli agricoltori lucani, gratuitamente, per effettuare la diagnosi e il piano di difesa. Per i contatti consultare il “Sevizio di Difesa Integrata delle colture (SeDI)” nella sezione “Temi” del sito alsia.it.