Il compromesso raggiunto al tavolo interistituzionale sull’acqua o meglio l'”accordicchio”, che non a caso scontenta tutte le organizzazioni agricole, dimentica completamente due comparti delle nostra specifica situazione della ruralità lucana: le aree interne e le contrade, da una parte, e la zootecnia dall’altra. Le mezze soluzioni individuate per Vulture-Alto Bradano e Metapontino, in sostanza, non tengono conto in alcun modo delle esigenze delle coltivazioni nelle aree collinari e di montagna e dei nostri allevatori. Lo sostiene Carmine Ferrone (Pd), vice presidente della Provincia di Potenza, evidenziando i forti disagi che sono segnalati ormai da settimane proprio nelle aree più interne e tra gli allevatori. In entrambi i casi – aggiunge – non c’è acqua a sufficienza e si badi bene per bovini, ovini e caprini da latte si risente già la diminuzione di latte che incide non poco sulla redditività delle aziende zootecniche. Ci sono poi gli orti e le piccole attività, per lo più di carattere familiare, che al pari di quelle più estese di pianura, necessitano di quantitativi di acqua oggi fortemente insufficiente. Per tutto questo – afferma Ferrone – diventa necessario un monitoraggio specifico e individuare quote dei 2,2 milioni di acqua “concessi” dalla Puglia sulle nostre risorse idriche da destinare alle comunità rurali e agli allevatori. Quanto alla gestione della nostra acqua fa bene quella parte del mondo agricolo lucano a denunciare l’accentramento in Acqua del Sud che è una delle cause (se non la principale) dell’empasse in cui si è ricacciata la Giunta Bardi, incapace di far valere i nostri diritti di macrofornitori di acqua alla Puglia.
Ago 02