Nell’occasione dell’ottantesimo anniversario della ingiustamente poco nota “tragedia di Balvano”, nonostante sia la più grande strage ferroviaria europea, lo scrittore e giornalista nolano Angelo Amato de Serpis ha voluto dedicare alla vicenda il suo nuovo breve racconto dal titolo “Il treno della morte”, pubblicato (e leggibile online) dalla casa editrice Disvelare Edizioni, sul suo blog Ecologie Possibili (link: https://disvelare.net/il-treno-della-morte-angelo-amato-de-serpis/).
Nel disastro di Balvano, avvenuto nel marzo del 1944, persero la vita circa 600 persone, quasi tutte campane, uccise dal monossido di carbonio, all’interno della Galleria delle Armi, pochi chilometri dopo la stazione di Balvano, in provincia di Potenza.
Tale lavoro vuole essere un ricordo delle vittime di tale immane tragedia e un sincero contributo alla conoscenza dell’evento, ancora oggi, nonostante gli sforzi di tanti studiosi, poco o per niente nota ai più, oltre che un sentito omaggio alla generosità e alla pietas dei balvanesi e dei lucani nei confronti dei tanti morti, vittime innocenti indirette della guerra, della povertà e, oggi, di un ingiusto oblio.
«Il mio breve racconto – ha sottolineato Angelo Amato de Serpis – vuol essere un piccolo contributo affinché la memoria e la conoscenza di tale disastroso evento possa essere ulteriormente rinvigorita e divulgata, in particolare attraverso un mezzo più immediato e diretto quale la narrazione, che può avvicinare più persone all’apprendimento di un evento storico come questo. Purtroppo, nonostante lo sforzo encomiabile di numerosi studiosi, su tutti Gian Luca Barneschi, tale episodio rimane poco noto ai più. Spero, con questo mio modesto e breve racconto, di poter contribuire un po’ alla sua conoscenza. Inoltre vuol essere anche un piccolo riconoscimento e ringraziamento nei confronti dei balvanesi e dei lucani di allora, che seppero mettere in campo tanta generosità e umanità, in un periodo bellico dove il mondo intero aveva perso tali qualità, e quelli di oggi che si prodigano affinché la lezione di questo tragico evento non si perda definitivamente nelle brume della storia e della “memoria corta” degli uomini».
Angelo Amato de Serpis (1970), nolano, è giornalista pubblicista dal 1994. É stato corrispondente dei quotidiani il “Giornale di Napoli” e de “Il Mattino” di Napoli. Ha curato diverse pubblicazioni con finalità divulgative come: L’Eccidio di Nola del ’43 (1998, in collaborazione con P. Natalizio); Agostino Beltrano nella Chiesa dei SS. Apostoli (1998); Nola 1943: un’epoca ed il suo tramonto (1998, in collaborazione con C. Minieri, P. Natalizio e A. Solpietro); S. Felice Vescovo nell’arte a Nola (1998); S. Paolino Vescovo nell’arte a Nola (1999); I rapaci nell’area nolana (1999); La donna nel Medioevo (2000); Fede e religiosità popolare tra Medioevo e Rinascimento (2000, in collaborazione con F. Sicondolfi ed E. Amato de Serpis), tutti editi da Meridies. Ha pubblicato i racconti storici Con il naso all’insù (2009) e Il giorno senza domani. Una storia del Vesuvio di 4000 anni fa (2011) editi da Albus Edizioni e Árpád ed Egri (2016) per Graus Editore, la monografia d’arte Eduardo Amato. Il pittore dell’anima, della natura e delle genti (2020) e il romanzo Né rosso né nero (2022), pubblicato dall’editrice Robin di Torino, ispirato alla vita del grande calciatore Josef Bican. É stato presidente e fondatore dell’associazione turistico-culturale MERIDIES. È, inoltre, l’ideatore nel 2001, insieme al filosofo Aniello Montano e dirigente scolastico e studioso Vincenzo Quindici, del Certame Internazionale Bruniano dedicato al filosofo nolano Giordano Bruno ed è stato coordinatore e ideatore, dal 1995, della manifestazione turistico-culturale Apriti Sesamo organizzata dalla Provincia di Napoli e di Avellino. È inoltre un ambientalista essendo stato delegato per l’area nolana e socio dal 1980 della L.I.P.U. (Lega Italiana Protezione Uccelli) e fondatore e portavoce dei Verdi di Nola.