Mega (Cgil Basilicata): “Si utilizza l’intuitu personae per dispensare incarichi tra conferme e new entry e ciò è inammissibile nell’ambito di una pubblica amministrazione che ha prima di tutto il compito di garantire una governance efficiente a beneficio dei cittadini verso i quali si deve trasparenza in materia di decisioni che riguardano la spesa pubblica”
“Le nomine effettuate dal presidente della Regione Basilicata Vito Bardi, oltre 14 incarichi esterni, molti dei quali di dubbia legittimità e pagati da funzionari senza titolo, sono la tangibile conseguenza della ormai nota legge di riordino degli uffici della presidenza e della giunta (legge 29 del 2019) da noi fortemente contestata”.
Lo afferma il segretario generale della Cgil Basilicata, Fernando Mega, che aggiunge: “Siamo di fronte a una indebita commistione tra funzione politica e funzione amministrativa, sancita dalla nostra Costituzione, confondendo l’intuitu personae e la fiduciarietà con un imponderabile sentimento di “fiducia” che porta a travalicare in funzioni di amministrazione attiva proprio in virtù della cosiddetta legge “pieni poteri” (riordino degli uffici di presidenza).
Il carattere fiduciario di un incarico – sottolinea Mega – non esime dal motivare adeguatamente i decreti di nomina esplicitando in modo adeguato le ragioni della scelta. Si utilizza l’intuitu personae per dispensare incarichi tra conferme e new entry e ciò è inammissibile nell’ambito di una pubblica amministrazione che ha prima di tutto il compito di garantire una governance efficiente a beneficio dei cittadini verso i quali si deve trasparenza in materia di decisioni che riguardano la spesa pubblica. Per di più mentre molti lavoratori vivono il dramma della cassa integrazione e della precarietà, come nel caso degli ex Tis o degli ex percettori del reddito minimo di inserimento. La priorità di questa giunta sarebbe dovuta essere questa, insieme alla risoluzione di importanti vertenze come quella della Stellantis di Melfi, oltre alla transizione energetica. E invece assistiamo ancora una volta a un accentramento del potere che, piuttosto che snellire la macchina amministrativa, a nostro avviso la complica riempiendola di figure non necessarie rispetto alla risoluzione dei problemi reali dei lucani e delle lucane”.