Mercoledì 14 agosto 2024 a San Costantino Albanese, per Suoni di Minoranza, il festival sulle musiche delle minoranze linguistiche in Italia arriva la NCCP-Nuova Compagnia di Canto Popolare, la formazione che ha fatto la storia della musica popolare in Italia, forte anche di una consacrazione internazionale per cui è a tutt’oggi il gruppo italiano conosciuto al mondo.
Era il 16 giugno del 1971, in effetti, quando usciva il primo disco di una strepitosa band musicale che, con la benedizione di Eduardo De Filippo e sotto la direzione di Roberto De Simone, avrebbe conquistato le scene internazionali risultando una delle espressioni più autentiche di Napoli e, per estensione, dell’intero meridione. Ne è seguita una carriera a dir poco strepitosa che ha portato il gruppo ad esibirsi nei principali teatri e nelle più importanti rassegne del mondo, dall’Europa ai Paesi Arabi, dalle Americhe a molti paesi asiatici, portando ovunque una musica sapientemente intessuta di rimandi alla tradizione ma segnata anche da un’impronta fortemente personale sia per l’originalità delle trame musicali e teatrali sia per la forza di uno strepitoso organico di interpreti. All’attività musicale il gruppo ha infatti alternato da sempre anche quella teatrale, promuovendo e partecipando a numerosi spettacoli, da La cantata dei pastori a La Gatta cenerentola, con una grande attenzione agli intrecci tra musica e testi che hanno trovato una sorta di coronamento nel loro ultimo album, Napoli 1534, che non a caso ha vinto la Targa Tenco come Miglior Album in dialetto e lingue minoritarie: la rivisitazione di un antico codice di villanelle che si è configurato come un sentito omaggio alla lezione di padri e maestri, grazie anche alla straordinaria bravura dei musicisti raccolti attorno alla figura carismatica di Fausta Vetere e alla voce di
La presenza della NCCP al festival delle musiche delle minoranze linguistiche serve anche per agitare in musica il problema del napoletano che, più che come un dialetto, si configura come una vera e propria lingua, derivata, al pari del siciliano, autonomamente dal latino, rispetto all’italiano di matrice fiorentina, come riconosciuto dall’UNESCO ma non dal governo italiano: una lingua peraltro viva, nella pratica quotidiana di una vasta comunità di parlanti, e fortemente strutturata anche da un punto di vista letterario, con veri e propri capolavori impensabili in altre lingue come, ad esempio, Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile o, per rimanere in tema, La Gatta Cenerentola di Roberto De Simone: problemi sui quali i promotori del festival intendono ritornare anche negli appuntamenti, parlati e cantati, in programma per ottobre.
Il Festival Suoni di minoranza, promosso dall’amministrazione comunale, con il contributo della Regione Basilicata e d’intesa con Altipiani, il Club Tenco e l’editore Squilibri, si chiuderà il 16 agosto con Giuseppe “Spedino” Moffa ma proseguirà poi ad ottobre con un ciclo di incontri con autori ed artisti sul tema dialetti e lingue minoritarie.