Dopo aver perso un appalto cruciale in favore della STIGC srl per uno dei servizi svolti nello stabilimento Stellantis a San Nicola di Melfi, l’azienda Iscot ha deciso di trasferire quattro lavoratori dallo stabilimento Stellantis a quello Ferrero di Balvano, a oltre 50 chilometri di distanza. La decisione, giunta dopo alcuni incontri in Prefettura, ha scatenato la reazione della Filcams CGIL, che ha contestato duramente i trasferimenti.
La Filcams CGIL non solo ha criticato i trasferimenti, ma ha deciso di impugnarli ufficialmente, richiedendo un incontro urgente all’Ispettorato del Lavoro. “Questi spostamenti – afferma il segretario generale Filcams Cgil Potenza, Michele Sannazzaro -sono solo il preludio di una strategia più ampia da parte di Iscot, che potrebbe culminare in licenziamenti collettivi entro l’autunno. Un timore alimentato dal fatto che il contratto di solidarietà dell’azienda terminerà ad ottobre, lasciando aperta la possibilità di ulteriori manovre che potrebbero mettere a rischio i livelli occupazionali. Il trasferimento dei lavoratori è dunque un segnale preoccupante. Da tempo come CGIL abbiamo lanciato l’allarme al presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, e alla sua giunta circa la fragilità del tessuto occupazionale a San Nicola di Melfi. I recenti sviluppi sembrano confermare questi timori, con ripercussioni che si stanno manifestando in diverse categorie lavorative. Nonostante gli avvertimenti, la situazione non ha visto un miglioramento significativo, anzi, sembra peggiorare di giorno in giorno.
Alla luce di questi ultimi eventi – prosegue Sannazzaro – sollecitiamo il governo regionale e le autorità competenti a estendere il tavolo tecnico sollecitato dalla Filcams Cgil e aperto dall’ex assessore regionale alle Politiche sul lavoro, Alessandro Galella, a tutte le categorie sindacali coinvolte, e non soltanto ai metalmeccanici. Il settore dei servizi, che vede lavoratori con salari più bassi e contratti più precari, necessita di una maggiore attenzione per garantire la stabilità occupazionale e prevenire ulteriori perdite di posti di lavoro. La situazione dei lavoratori Iscot è un campanello d’allarme che non può essere ignorato. I trasferimenti impugnati dalla Filcams CGIL – conclude Sannazzaro – potrebbero essere solo l’inizio di una serie di misure più drastiche che rischiano di mettere in ginocchio molte famiglie. È fondamentale che le istituzioni regionali e le parti sociali lavorino insieme per trovare soluzioni che possano evitare il peggio e garantire un futuro più stabile ai lavoratori coinvolti”.