Acquisite dalla Direzione generale Programmazione le informazioni circa l’affidamento dei “Servizi di assistenza tecnica correlata ai servizi giuridici amministrativi per il monitoraggio procedurale e finanziario degli investimenti della Regione Basilicata in una logica di programmazione unitaria” si precisa che la narrazione dei fatti riportata da certa stampa, replicata in maniera strumentale da ambienti politici e sindacali, non è veritiera.
Come traspare dal capitolato per l’affidamento diretto ex art. 50 D. Lgs. n. 36/2023, l’importo complessivo lordo è di 125 mila euro (a cui non si applica, nel caso di specie, l’Iva) “spalmato” per un incarico della durata di 2 anni e mezzo (29 mesi). Ciò ridimensiona drasticamente il taglio propagandistico del presunto scoop. Emerge così un divario evidente tra il racconto proposto da certi media sul corrispettivo previsto e quanto verificabile semplicemente da una lettura del capitolato stesso.
Si ricorda che l’affidamento in questione rientra nelle funzioni dell’esercizio dell’attività del Direttore generale, responsabile dell’atto nel pieno della sua autonomia, per garantire l’efficienza del suo ufficio e il raggiungimento degli obiettivi pianificati dalla strategia regionale.
Il presidente della Giunta regionale, Vito Bardi, dichiara: “Fa specie come consiglieri regionali esperti, e meno esperti, non approfondiscano la questione prima di formulare interrogazioni, attraverso una faziosa e sterile dietrologia del sospetto riferita a questa Amministrazione che mai ha trovato riscontro concreto.
Sarebbe interessante, e anche legittimo, chiedere a questi consiglieri di opposizione – aggiunge Bardi – se la linea delle rispettive interrogazioni provenga dallo studio degli atti formali prodotti da questa Amministrazione o da rapporti editoriali senza alcuna evidenza probatoria con fonti non verificate.
Da questi consiglieri ci si aspetterebbe una maggiore consapevolezza del ruolo che i lucani hanno affidato loro, una maggiore prudenza nella valutazione dell’attendibilità delle fonti. Oltre, naturalmente, a un maggiore rispetto delle Istituzioni e delle persone”.
Sono rammaricato – prosegue – nel constatare una facilità nel dare giudizi sommari per cercare un vacuo consenso nel breve periodo. Tanta la superficialità che alimenta le schiere della disinformazione e mina la fiducia dei cittadini nelle Istituzioni.
In questo modo – conclude Bardi – viene concretamente a mancare l’etica e l’estetica pubblica di chi, invece, dovrebbe essere custode ed esempio, indipendentemente dall’appartenenza politica”.