Domenica 18 agosto 2024 alle ore 21 nel Palazzo Pignatelli a Marsico Nuovo e martedì 20 agosto 2024 alle ore 17 nel Polo Bibliotecario di Potenza sono in programma le presentazioni-concerto di Beppe Chierici che canta Georges Brassens e lo racconta.
Beppe Chierici, attore, cantante e cabarettista ha tradotto in italiano “tutte” le canzoni di Georges Brassens, poeta, compositore e cantautore francese con origini lucane. La madre, Elvira Dagrosa, veniva chiamata l’Italienne, perché, pur essendo nata a Sète in Francia, era stata registrata nello stato civile di Marsiconuovo, paese di origine. Cattolica praticante, vedova di guerra, amava la lirica e la canzone popolare. Aveva sposato Jean-Louis Brassens, muratore, ateo e anti-clericale.
A partire dal 1952, Brassens cominciò a scrivere canzoni che lo avrebbero reso celebre. Grazie alla vendita di 50 milioni di dischi diventò la vedette nei più celebri music-halls di Francia e dei paesi francofoni.
Chierici scoprì Brassens all’età di 19 anni, quando, stanco di Cuneo, sua città natale, decise di trasferirsi in Francia. Qui acquistò e ascoltò i dischi del maestro francese. Ma non gli bastò. Spinto dalla voglia di diffondere il messaggio poetico del maestro, cominciò a trascrivere in italiano le sue canzoni, pur sempre “ossessionato dalla volontà di non tradire l’autore e obnubilato dal desiderio di essergli sempre fedele”. “So bene – dice Chierici – che passerò anni negli inferi danteschi a causa degli incalcolabili crimini di ‘lesa parola italica’ da me commessi, ma dirò a mia discolpa che ho preferito ‘profanare’ La Treccani piuttosto che ‘tradire’, con una sillaba in più o in meno, il mio Amico Brassens”.
Nel dirsi “amico” di Brassens, Chierici non pecca certo di presunzione. Ebbe, infatti, l’opportunità di incontrarlo personalmente e di sottoporre le sue traduzioni al giudizio del maestro, avendone totale consenso. Brassens così gli scrive: “Mio caro Beppe, sono stato molto felice delle tue traduzioni che sono a parer mio le migliori e le più fedeli che mi siano state fatte in questa bella lingua italiana. Ti ringrazio, ti faccio i complimenti e ti do l’autorizzazione a depositarle alla S.I.A.E. e di utilizzarle a tuo piacimento. Con amicizia”. Georges Brassens.
A sottolineare la grandezza e il successo di Brassens in Italia, giova ricordare che altri hanno cantato in italiano le sue canzoni. Il più celebre è certamente Fabrizio De Andrè, cui il padre, tornando dalla Francia, nel 1956, regalò due 78 giri di Brassens, che ne influenzarono in maniera determinante il futuro artistico. Brassens, infatti, anche per De André, fu “il maestro”, ancorché non volesse mai conoscerlo personalmente, temendo di trovarlo diverso da come lo immaginava. Non tutti sanno, per esempio, che le canzoni Il gorilla, Le passanti, Morire per delle idee, La morte, Marcia nuziale, Delitto di un paese, Acqua della chiara fontana, portate al successo da De André, sono canzoni di Georges Brassens! Diciassette, invece, sono le canzoni di Brassens, adattate in dialetto milanese e cantate da Nanni Svampa.
Alla stesura finale delle sue canzoni Brassens arrivava dopo un lungo tormento. Dopo aver scritto una prima versione, correggeva e ricopiava il testo così modificato. Era operazione ripetuta anche una sessantina di volte. È, specularmente, lo stesso tormento di Chierici che, da una vita, riflette sulla migliore traduzione-trascrizione possibile.