La gestione del “Caso Vitticano” continua a scuotere profondamente la politica lucana, portando alla luce una serie di questioni amministrative e morali che meritano un’attenta riflessione. Il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, è intervenuto pubblicamente per la seconda volta in pochi giorni, nel tentativo di giustificare l’assegnazione di un contratto da 152.500 euro all’avv. Rosalba Vitticano, libera professionista di Genzano di Lucania, attraverso la piattaforma “Mepa”.
Nel suo comunicato, Bardi, o chi per lui, ha cercato di difendere la trasparenza dell’operazione, sottolineando che l’importo complessivo del contratto, pari a 125 mila euro più IVA, è destinato a coprire un incarico della durata di due anni e mezzo. Tuttavia, questa spiegazione sembra essere un chiaro esempio di arrampicarsi sugli specchi: infatti, chi ha redatto la nota sembra non aver esaminato con attenzione le determinazioni dirigenziali o, peggio, spera che non lo faccia chi legge il comunicato.
Per le Organizzazioni Sindacali, il comunicato di Bardi non solo non ha placato le critiche, ma non è riuscito nemmeno a rispondere efficacemente ai numerosi dubbi sollevati. La Filcams CGIL di Potenza e la Filcom Basilicata hanno espresso perplessità riguardo alla solerzia e velocità con cui sono stati assegnati incarichi esterni tramite una determina, piuttosto che attraverso un bando di gara sui fondi comunitari che doveva essere pronto da febbraio 2024 e utilizzare i lavoratori che già operano nella commessa. Inoltre, le indiscrezioni di palazzo suggeriscono che non vi sarebbe la volontà di utilizzare procedure trasparenti proprio per consentire l’individuazione di nuove figure professionali utilizzando lo stesso metodo opaco.
Le critiche giustificate richiedono risposte concrete, e forse la prima cosa da fare sarebbe stata proprio evitare di rinnovare l’incarico al dirigente in questione fino a ottobre. Questo perché vi è un’evidente discrepanza tra l’attenzione riservata a operazioni come quella che ha coinvolto l’avv. Vitticano e la mancanza di investimenti in settori cruciali come la sanità pubblica.
La cifra di 152.500 euro, distolta per un incarico che, a nostro avviso, è di “dubbia” legittimità e ancora di più di necessità, stride infatti con i tagli ai servizi sanitari e le conseguenze potenzialmente devastanti che questi comportano, come la perdita di posti di lavoro. È opportuno ricordare al Presidente Bardi che tra i tagli di 1.200.000 euro previsti dall’ASP, vi sono, guarda caso, 157.083 euro destinati ai servizi di vigilanza, il che potrebbe tradursi in un ulteriore sacrificio per i lavoratori del settore.
Filcams CGIL e Filcom credono che non possa essere un semplice comunicato del Presidente a chiudere questa vicenda ma siano gli organi competenti, Corte dei Conti e Procura della Repubblica, a verificare la legittimità e il corretto utilizzo delle risorse pubbliche.
Bardi non può pensare di utilizzare le risorse pubbliche in modo discrezionale come fossero risorse personali.