Bolognetti: fame di Stato di diritto democratico, di Costituzione, di diritto umano alla conoscenza. Torno ad alimentare l’azione nonviolenta attraverso il digiuno. Di seguito la nota integrale di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani.
Dalle 23.59 del 19 Agosto, ho ripreso ad alimentare la mia azione nonviolenta attraverso la forma del digiuno (assunzione di sola acqua), che avevo interrotto per onorare le parole di Bardi e Pittella (rese clandestine dal Tgr Basilicata). Avevo anche detto, spiegandone le ragioni, che l’azione sarebbe proseguita ad oltranza con lo sciopero della fame (300 calorie/die a fronte di un fabbisogno minimo di 1600, pari al mio metabolismo basale). Dopo aver inutilmente tentato l’interlocuzione con la Rai, torno a praticare il digiuno.
Che la Rai abbia omesso, volendo usare un eufemismo, di informare i suoi utenti sulla risposta datami da Bardi e Pittella sulla questione della istituzione, dopo 14 anni di attesa, del Garante dei detenuti, è cosa grave. Altrettanto grave e censoria la scelta di non riferire come avevo deciso di corrispondere a parole e impegni importanti.
Temi apparentemente slegati sono di tutta evidenza intimamente legati (questione Garante e diritto umano alla conoscenza). Senza conoscenza non c’è democrazia che tenga. Per parte mia ho fatto l’impossibile per far conoscere alla redazione del Tgr l’opinione dei Presidenti e le ragioni della mia risposta.
Non so da cosa sia nato il black-out comunicativo e, a questo punto, nemmeno voglio saperlo. So, però, che è preciso dovere della Rai informare su temi che valgono almeno una sagra.
So che ho fatto tutto il possibile per rimediare. Da oltre 14 anni mi batto per l’istituzione, in Basilicata, di una figura di Garanzia che non esiste. Per quasi 30 anni, non limitandomi certo a una qualche presa di posizione, ho visitato le carceri lucane-campane-calabresi e pugliesi per confrontarmi con quella che definisco “Comunità penitenziaria”, per ascoltare le voci dei ristretti, ma anche degli Agenti di Polpen, dei direttori e di tutti coloro che hanno la sventura di vivere o lavorare in un mondo da troppo tempo dimenticato dallo Stato e lontano anni luce dall’art. 27 della Costituzione.
Ho le mani nude di potere, parola che di per sé non ha affatto un’accezione negativa. Il potere è semplicemente un mezzo, quel che conta per davvero è che il mezzo non diventi fine e fine a se stesso (il potere per il potere, per dirla con Sciascia).
La mia forza è quella del dialogo nonviolento e intendo esercitarlo ed alimentarlo fino in fondo. Torno al digiuno, quindi. Avendo iniziato il 3 agosto, ad oggi (20/08) i giorni totali di azione nonviolenta diventano 18. Potrà sembrare ad alcuni un paradosso, ma sto provando ad alimentare qualcosa: cedo energia per nutrire i miei interlocutori. Sto chiedendo ai miei interlocutori di onorare diritti, funzioni o le istituzioni che sono chiamati a rappresentare.