Ho letto con debita attenzione la risposta dell’assessore Cupparo relativamente alla questione delle lavoratrici e dei lavoratori SAAAP di Nemoli. Una risposta paternalistica di spiegazione alla “consigliera Araneo” che “essendo arrivata adesso in Consiglio non ha la perfetta conoscenza della problematica” (poverina) e di rassicurazione. Eppure, non è di rassicurazioni personali che ho bisogno, ma di risposte precise per le lavoratrici e i lavoratori. Risposte di cui non leggo traccia. Quel che traspare dalla cortese replica dell’assessore è invece una difesa del proprio operato, che ben comprendo.
D’altronde, interpreta un ruolo assai complicato e, persino nella mia più volte richiamata inesperienza, riesco a immaginarlo. Non deve essere facile per un imprenditore, dunque assessore alle attività produttive, rappresentare parte datoriale e sindacale al contempo. Ma questi sono i rischi del mestiere, come si dice!
Pare che solo la sottoscritta, malgrado i titoli di studio, debba sempre imparare: ma lo considero un privilegio.
In questo “apprendistato”, posso allora permettermi il lusso di porre domande. E così farò: ho già chiesto, ma forse in modo poco chiaro, se l’assessore avesse avuto modo di constatare la improduttività delle lavoratrici che pare essere stata loro addebitata senza ulteriori spiegazioni. E la risposta è stata che l’avv. Musacchio avrebbe constato che “la squadra non si è contraddistinta per la produttività”. Per quel poco che so, questa si chiama “tautologia”, ossia il tentativo di utilizzare quello che si dovrebbe dimostrare come dimostrazione.
Proverò a essere più cristallina, certa della pazienza dell’assessore: la Regione, nella persona del Presidente e dell’assessore, ha verificato che sussistessero compravate testimonianze della improduttività della squadra, malgrado il sindaco del paese interessato abbia raccontato il contrario?
Sono certa del fatto che l’assessore Cupparo approfondirà il caso e saprà rispondere non a me, ma alla squadra di lavoratrici e lavoratori che si è vista piovere addosso un provvedimento senza aver avuto modo di rappresentare le proprie ragioni.
Sul riferimento dell’assessore, invece, al “Progetto RMI di stampo puramente assistenzialistico”, attendo fiduciosa una risposta a una interrogazione già protocollata.
Pur non essendo ancora in Consiglio Regionale, inoltre, ricordo che a istituire il progetto RMI fu l’allora Presidente Pittella. Se la vista non mi inganna, mi pare che il presidente Pittella e l’assessore Cupparo siedano, oggi, dalla stessa parte.
In definitiva, qualcuno, magari proprio l’assessore alle attività produttive, mi spiegherà, prima o poi, perché, anziché contrastare e demonizzare l’assenza di lavoro sempre più dilagante in questa regione, si continui a demonizzare lo stato di bisogno delle persone e, dunque, la necessità di un sostegno al reddito. Non è mai stato un mondo eguale. E la politica dovrebbe servire a rendere questo mondo meno diseguale, a raddrizzare le storture, non a colpevolizzare chi le subisce.
Postilla a margine: sempre stando al poco che so, pagare ad agosto per la prestazione di lavoro del mese di luglio è un dovere, non un favore.