Le risultanze di un recente rapporto stilato dal Centro Studi di Confartigianato indicano che lo Stato italiano, nei confronti del mondo economico, si pone come un padre assai poco virtuoso. Ammonta a circa 70 miliardi di euro il debito accumulato dallo Stato nei confronti delle ditte e delle imprese che, a vario titolo, hanno eseguito dei lavori per la pubblica amministrazione. E c’è da aggiungere che, anche se questi debiti saranno saldati, ciò avverrà in tempi lunghissimi, misurabili non solo in mesi, ma addirittura in anni. E’quanto dichiara il Segretario Provinciale della Ugl di Matera Luigi D’Amico, il quale afferma che di fatto risulta essere una vicenda surreale, dove onesti lavoratori si sono uccisi perché travolti, non dai debiti, ma dai crediti accumulati nei confronti di uno Stato spietato ed ingiusto. Il citato rapporto evidenzia anche un altro grave aspetto che è quello relativo alla burocrazia, tutta quella serie di adempimenti (modulistica, oneri, gabelle, lunghi giri per uffici pubblici) il cui costo per le aziende è stato stimato in circa 23 miliardi di euro l’anno, un importo pari all’1,5% del nostro PIL. Gli adempimenti relativi a previdenza, fisco, sicurezza, privacy e altro ancora, richiedono agli amministratori delle aziende un totale di circa 123 milioni di giornate lavorative, un’enormità di ore-lavoro sottratte alla produttività: in totale, è come se le imprese lavorassero dal 1 gennaio al 30 aprile per la burocrazia statale e cominciassero soltanto dal 1 maggio a lavorare per realizzare i loro profitti. Mai come nell’attuale momento storico, continua Luigi D’Amico, si impone nel nostro Paese la oramai inderogabile esigenza di una radicale semplificazione della burocrazia, al fine di modificare le condizioni che vincolano le imprese e ne frenano la crescita economica a danno dei tanti lavoratori in cerca di prima occupazione o in stato di disoccupazione di ritorno oramai irreversibile. Tale processo deve passare per uno snellimento delle procedure, per una drastica riduzione delle norme fiscali e con l’imposizione di poche regole, ma chiare, semplici e stabili nel tempo. I settori a cui affidare il rilancio del nostro Paese e di una identità nazionale sempre più fragili e alla deriva, afferma il sindacalista materano, sono quelli tradizionalmente più importanti per l’Italia, quali il patrimonio culturale, artistico, paesaggistico ed infine il turismo, il cui sviluppo e la cui crescita non possono prescindere da una piena e moderna valorizzazione delle nostre ricchezze uniche al mondo. Ma non si può pensare che un Paese avanzato e progredito come l’Italia, con la sua storia e con il suo potenziale immenso sia appesantito e frenato da una burocrazia ancora troppo bizantina e ancora troppo lontana dal Terzo millennio. Ed è per questo motivo, conclude D’Amico, che la Ugl nazionale ha proclamato per il prossimo 28 settembre uno sciopero generale del Pubblico Impiego.
Ago 29
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