Venerdì 30 agosto 2024 alle ore 18,30 in piazza dei caduti a Vaglio Basilicata è in programma la presentazione del libro, La dea Mefite di Rossano di Vaglio.
Programma
Ore 17: Visita santuario della Dea Mefite a Rossano.
Ore 18,30: Piazza dei Caduti – Presentazione del libro, La dea Mefite di Rossano di Vaglio.
Interventi di: Paolo Cioffi, scrittore; Italo Cernera e Franco Villani, autori. Francesco Santopietro, Sindaco di Vaglio Basilicata.
In contrada Rossano di Vaglio Basilicata, verso la metà del IV sec. a.C., gli Osco-Lucani costruirono un santuario dedicato alla Dea Mefite. Nel corso degli scavi, dal 1966 al 2001, sono state trovate, complessivamente, 59 iscrizioni.La maggior parte delle iscrizioni è scritta in lingua osca con caratteri alfabetici greci (tra la fine del IV sec. a.C.) e latini (dalla fine del II sec. al I a.C). Quasi tutte le iscrizioni si riferiscono ad atti amministrativi e a dediche pubbliche e private che riportano il nome del dedicante e quello della divinità cui ciascuna iscrizione è dedicata. Per più di un secolo, tra i tempi della Guerra Sociale e quelli di Caligola, i Romani di Potentia successero agli ‘Utiani’ nella gestione del santuario, prima che il culto di Mefite si affermasse nella stessa Potentiacome attestato da 4iscrizioni ritrovate a Potenza.
Ben 14iscrizioni si riferiscono alla Dea Mefite che è, pertanto, la divinità più venerata nel Santuario, ma non la sola. Ci sono, infatti, iscrizioni dedicate a Mamerte,(Marte) Giove, Venere ed Ercole e ad altri dei minori come Numulo e Oina.
A Michel Lejeune, ricercatore francese giunto a Vaglio alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso, si deve la più completa e sistematica esegesi paleografica, linguistica e storica di tutte le iscrizioni finora ritrovate. I suoi studi, a tutt’oggi, costituiscono un contributo fondamentale per lo studio della lingua osca e per la individuazione divinità che costituiscono il pantheon degli dei lucani e dei suoi rapporti con la religione degli Italici e dei Greci.
Molte sono le iscrizioni esposte nel Museo Archeologico Nazionale di Potenza e nel Museo Archeologico Provinciale di Potenza.