Depuratori comunali, Rifondazione Comunista Basilicata: “Gli enti competenti esercitano il controllo?”. Di seguito la nota integrale.
Nei giorni scorsi ci è stato segnalato che dal depuratore di Brienza viene rilasciata acqua maleodorante, che produce un’enorme quantità di schiuma ed è notevolmente torbida al punto di immissione nel corso d’acqua a valle (immagini allegate nel documento). È chiaro che il depuratore non funziona. Abbiamo chiesto a nostri contatti in altri comuni ed in alcuni casi ci è giunta notizia che la realtà di Brienza si ripete. Avere i depuratori comunali o consortili è obbligo di legge e sono stati realizzati in gran parte dalla fine degli anni ottanta, ma la loro gestione e manutenzione è sempre stata problematica. La Regione Basilicata, nello scorso decennio, è stata anche oggetto di procedura di infrazione dalla comunità europea per 40 impianti non a norma, poi ridotti a 18.
Gli utenti nella bolletta per il servizio idrico potabile pagano una quota per la depurazione delle acque reflue. Quindi Acquedotto Lucano S.P.A. incamera questi soldi dai cittadini. Ma che acqua esce dai depuratori?
Sembra logico presumere che dai depuratori escano sostanze inquinanti con danni ai corsi d’acqua, alla falda, alla natura ed alla fauna interessata. Per tale ragione, denunciamo la mancata attenzione che doveva essere posta sui depuratori che si trovano sul territorio regionale, e quindi le responsabilità degli uffici regionali competenti, dell’ARPAB e per la sua parte dello stesso Acquedotto Lucano S.P.A.