Anche i titolari degli stabilimenti balneari di Maratea (in totale 13) sono sul piede di guerra come i colleghi di tutt’Italia dopo il provvedimento legislativo adottato dal Consiglio dei ministri sulle concessioni demaniali marittime vigenti- L’insoddisfazione è ampiamente diffusa. Giampiero Mandaro (L’Approdo due, Castrocucco) spiega: “non ci soddisfa perché prevede la messa a gara delle aziende mentre il governo proroga le concessioni sino a tutto settembre 2027 obbligando però i vari enti concessionari a bandire le nuove gare entro il giugno dello stesso anno”.
I balneari sono delusi, si sentono traditi dal governo che col nuovo decreto ha di fatto tradito le promesse fatte. «Erano altre le aspettative generate dalle dichiarazioni, degli esponenti dell’attuale governo, sull’esclusione del settore dall’applicazione della Direttiva Bolkestein» aggiunge Mandarano a nome dei colleghi marateoti.
«Registriamo, con profondo rammarico, che il provvedimento non ha visto il coinvolgimento, non solo della categoria, ma, anche e principalmente degli Enti concedenti, (Regioni e Comuni), che esercitano, da decenni, le funzioni amministrative in materia» prosegue la nota, registrando «che sia interesse di tutti, non solo degli imprenditori balneari, una riforma organica della materia che salvaguardi le aziende turistiche attualmente operanti, frutto dell’attività e dei sacrifici di migliaia di famiglie di “onesti lavoratori” che hanno costruito un modello di balneazione attrezzata efficiente, di qualità e di successo che il mondo ci invidia. Riteniamo, poi, sia interesse di tutti che questa questione non sia oggetto di strumentalizzazioni politiche ma, piuttosto, di un serio e obiettivo dibattito pubblico».
Secondo i dati dell’indagine Unioncamere-InfoCamere, basata sul Registro delle Imprese delle Camere di Commercio, al termine del 2023 sono 69 le imprese registrate nel settore della gestione di stabilimenti balneari con un aumento del 32,7% rispetto al 2011 (erano 52). Il numero maggiore è lungo la costa ionico-metapontina (56 imprese); il resto (13) lungo la costa marateota. Altra caratteristica di questa tipologia di impresa è la managerialità femminile: 23 stabilimenti balneari (il 33,3% del totale) registra una donna proprietaria. contro le 7.173 del dicembre 2021 (+1%). Le imprese balneari italiane sono spesso a conduzione familiare, riflettendo la nostra cultura del mare come luogo di incontro e tradizione. Le società di persone rappresentano il 42% delle imprese, mentre le società di capitale sono in crescita (31%), indicando un settore sempre più professionalizzato e pronto ad affrontare le sfide del futuro.
La Regione Basilicata allo scadere della scorsa legislatura ha approvato una delibera di giunta per estendere la validità delle attuali concessioni demaniali marittime fino al 31 dicembre 2024 e per definire le regole finalizzate alle successive gare pubbliche di riassegnazione. Il provvedimento, concordato con le associazioni degli imprenditori balneari locali, applica quanto previsto dalla legge nazionale 118/2022, che dispone la scadenza dei titoli il 31 dicembre 2023 ma concede la possibilità di un anno di tempo in più agli enti concedenti per predisporre i bandi di riassegnazione. Al contrario del resto d’Italia, dove sono i Comuni ad avere la gestione diretta delle concessioni balneari, in Basilicata la competenza è in capo alla Regione. Le linee guida della Regione Basilicata per disciplinare le evidenze pubbliche sulle concessioni balneari prevedono che chiunque sia interessato a gestire una porzione di demanio marittimo debba presentare una richiesta scritta, compilando un apposito modulo entro il 30 marzo di ogni anno. In caso di più domande sulla stessa area, afferma la delibera, occorrerà indire una procedura comparativa che dovrà tenere conto di fattori come il piano di investimenti, il tempo per la loro realizzazione, l’abbattimento di barriere architettoniche, la tipologia di impresa, il livello di innovazione tecnologica, l’esperienza professionale pregressa nel settore balneare e gli investimenti di pubblico interesse e a favore dell’ambiente. Ma adesso – dicono i balneari di Maratea – tutto torna in discussione con l’esigenza di un Tavolo in Regione.