Nel mentre abbiamo chiesto al Presidente della IV Commissione permanente di calendarizzare una discussione sulla situazione ed il destino dei presidi ospedalieri di Melfi, Villa d’Agri e Lagonegro che per effetto della legge regionale 2/2017 sono stati accorpati all’azienda ospedaliera San Carlo, abbiamo interrogato l’Assessore alla Salute, Cosimo Latronico, circa lo stato di abbandono in cui versa l’Ospedale “San Giovanni Di Dio” di Melfi. Finora, gli sos lanciati ripetutamente e all’unanimità dal consiglio comunale della città, dalle organizzazioni sindacali nonché dalle associazioni culturali e civiche sono caduti nel vuoto. Dichiarano i Consiglieri regionali del partito democratico, Roberto Cifarelli, Piero Marrese e Piero Lacorazza.
Sulla vicenda abbiamo chiesto di conoscere quali iniziative si intende intraprendere, d’intesa con l’Azienda Ospedaliera Regionale “San Carlo”, per potenziare i servizi offerti dall’Ospedale di Melfi e valorizzare la mission del nosocomio nella rete dei servizi ospedalieri lucani.
E’ bene ricordare che il “San Giovanni Di Dio “è sede di pronto soccorso attivo, e pertanto deve garantire oltre agli interventi diagnostico-terapeutici di urgenza, il primo accertamento diagnostico clinico, strumentale e di laboratorio, gli interventi necessari alla stabilizzazione del paziente, nonché il trasporto protetto nel caso in cui il ricovero non sia possibile o siano necessarie cure in un altro istituto.
Negli ultimi anni, – specificano i Consiglieri regionali del PD – il nosocomio della città Federiciana non è stato oggetto di una programmazione dei servizi adeguata, e pertanto, lo stato di abbandono ha determinato la fuga del personale medico verso strutture maggiormente attrattive e carenza di personale infermieristico con la conseguente precarietà nella erogazione dei servizi di cura e salute.
Inoltre, l’assenza di un Piano Sanitario Regionale aumenta lo stato di precarietà e di indeterminatezza di una struttura complessa che, al contrario, avrebbe bisogno di avere chiari ruolo, obiettivi da raggiungere e risorse disponibili nel tempo.
E’ utile aggiungere poi che – continuano Cifarelli, Marrese e Lacorazza – la disattenzione dimostrata dal Governo regionale non si è limitata esclusivamente al nosocomio, ma, nel non tener conto dei numerosi ordini del giorno che il Consiglio comunale ha approvato nel tempo, è l’intera comunità cittadina ad avvertire noncuranza e disattenzione, in quanto l’Ospedale non solo rappresenta un fondamentale punto di riferimento sanitario per i cittadini ma è considerato patrimonio, anche identitario, dell’area territoriale nel suo complesso.