All’avvio dell’anno scolastico oltre 50 mila precari ATA. Serve rispetto, senza collaboratori scolastici, assistenti amministrativi, tecnici e DSGA, le scuole non potrebbero funzionare. Così Uil Scuola Rua in una nota riferendo che i dati dei contratti a tempo determinato ATA fatti in Regione : Potenza 517 – Matera 164. A questi vanno aggiunti quelli che faranno le scuole avendo esaurito le graduatorie provinciali.
“Precarietà, scarso riconoscimento sociale ed economico e lavoro spesso non conforme alle mansioni previste dal contratto. Quella che vive il personale Ata nella scuola italiana è una condizione di vera emergenza. E’ dal riconoscimento del loro lavoro che la Uil Scuola Rua intende condurre la propria linea di azione sindacale”. Il Segretario generale Giuseppe D’Aprile si è espresso così aggiungendo che a distanza di mesi “risultano pienamente confermate le motivazioni che hanno indotto la Federazione UIL Scuola Rua, a non sottoscrivere il CCNL 2019-21. Abbiamo ricordato ai politici appartenenti al governo e all’opposizione che il personale Ata merita diritti, non concessioni, perché rappresenta una risorsa fondamentale della scuola. È giunto il momento di riconoscerne il valore, anche dal punto di vista contrattuale”.
Per la Uil Scuola Rua al suono della campanella, il precariato per gli ATA ammonta a circa 50.000 unità, un numero che insieme a quello dei docenti va ad incrementare la precarietà del lavoro scolastico in Italia, unico nel panorama del pubblico impiego.
“Servono risposte – aggiunge il segretario regionale Luigi Veltri rilanciando le proposte Uil Scuola Rua di detassare gli aumenti contrattuali per recuperare il potere d’acquisto – su retribuzioni, organici e nuovo ordinamento professionale.Il prossimo rinnovo contrattuale rappresenta l’occasione giusta per trovare nel negoziato la valorizzazione del personale della scuola attraverso interventi organici sia di tipo economico che normativo, anche in ottica di miglioramento dei diversi istituti giuridici del precedente contratto. E’ ora di fermarsi e riprogrammare per tempo. La scuola lucana e di questo paese rappresenta un bene troppo prezioso e come tale deve essere trattato”, conclude.
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