Giovedì 19 settembre 2024 alle ore 10,30 nella sede della Fondazione Giorgio Amendola in via Tollegno 52 a TOrino è in programma la presentazione del telero tattile “Lucania ’61” di Carlo Levi.
Relazioneranno Michela Favaro, Vice Sindaco della Città di Torino; Virginio Cantoni dell’Università di Pavia; Giovanni Caserta (in collegamento video) del Comitato Scientifico della Fondazione Amendola; Pino Mantovani, storico e critico d’arte.
Parteciperanno i rappresentanti delle Associazioni, l’Associazione Nazionale Privi della Vista e Ipovedenti; l’UICI, Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, Sez. di Torino.
Il Telero Lucania ‘61 è sicuramente l’opera più impegnativa e notevole – e non solo per le dimensioni (m18,50 X m3,20) – di Carlo Levi, profondamente legato, culturalmente, civilmente e moralmente alla Lucania, terra del suo confino nei mesi tra il 1935 e il 1936.
Torino, dopo Potenza e Matera, è la città “lucana” più popolosa, per aver accolto, della Lucania, migliaia di operai, nonché intellettuali di spicco. Il Telero, dipinto per il 1° centenario dell’Unità d’Italia (1961), raccoglie tutta la storia, la cultura e la civiltà di una terra emblematica del Sud, da Levi definita “contadina”.
La solenne opera è oggi leggibile anche dai Non Vedenti e Ipovedenti, grazie all’Università di Pavia e al Prof. Virginio Cantoni, che l’ha tradotta in forma tattile: contorni ed aree dei personaggi e delle forme salienti sono evidenziati con rilievi, etichettati con lettere Braille e correlati agli elementi rappresentati nella tela mediante una legenda, che associa ad ogni lettera una descrizione. Maggiori informazioni sulla metodologia utilizzata si trovano alla pagina web https://vision.unipv.it/research/Telero.
L’operazione – è innegabile – riveste una grande importanza sotto il profilo culturale, civile, umano e – si direbbe – etico, rendendo il grande dipinto fruibile anche a categorie finora escluse.
Di seguito l’intervento di Giovanni Caserta.
Con intervento, anche finanziario, della Associazione “ Carlo Levi” dei Lucani e della Fondazione “Giorgio Amendola” di Torino, ad opera della Università di Pavia, grazie al prof. Virginio Cantoni, è stata finalmente realizzata la “traduzione” in linguaggio Braille, per Non vedenti e Ipovedenti, il grande e solenne Telero di Carlo Levi – Lucania ‘61.
Si tratta di opera da noi definita, in passato, il Cristo si è fermato a Eboli in pittura, così come il Cristo si è fermato a Eboli fu definito il Lucania ‘61 in scrittura. Come giustamente si legge nel comunicato-stampa, di cui si trasmette il testo, si tratta di una operazione di grande interesse storico, civile, sociale, umano, e quindi etico. Di fatto il capolavoro di Levi è ora messo a disposizione di una categoria finora esclusa per deficit visivo.
Lucania ‘61, come è noto, è grande opera realizzata da Levi in cinque pannelli, in occasione del 1° centenario della Unità d’Italia, nel 1961, in rappresentanza della Lucania. Fu realizzata su invito di Mario Soldati, organizzatore dalla grande mostra delle Regioni. Per nostro interessamento, e per merito soprattutto di Mario Salerno (vogliamo ricordarlo), ci si adoperò, dopo che se ne erano perse le tracce, per un suo recupero e una consegna alla città di Matera.
Il grande dipinto, che misura nel complesso circa 60 mq (per la precisione, mq 59,2), fu portato a Matera dopo la morte di Carlo Levi, avvenuta a Roma il 4 gennaio 1975. Qualche settimana prima, nel dicembre 1974, Carlo Levi era stato a Matera, già molto malato, per la presentazione, presso la Camera di Commercio, di sette cartelle ricavate dal Cristo si è fermato a Eboli. In quella circostanza dichiarò che sarebbe stato di suo gradimento che il Telero fosse portato a Matera. Ciò avvenne. Fu portato infatti a Matera in occasione della grande mostra “Arte e mondo contadino” ( marzo 1980), allestita nel palazzo Lanfranchi, appena restaurato dall’architetto Vincenzo Baldoni. Lì attualmente si trova.