Sabato 14 settembre le sezioni del CAI (Club Alpino Italiano) di Matera e di Lagonegro hanno organizzato e realizzato insieme un’escursione a Roccanova, alla scoperta della “città del vino” e del suo territorio.
Oltre sessanta i camminatori, materani e lagonegresi, ai quali si è aggiunto anche un gruppo di Massafra, che hanno seguito con vivo interesse la guida sicura di Tonino Chiaradia, roccanovese, conoscitore appassionato della geografia e della storia del piccolo paese lucano.
L’escursione ha avuto inizio in località Spadarea, a circa 800 m. di altezza, tra Roccanova e Castronuovo Sant’Andrea, area di interesse archeologico e dove ha termine il Parco Nazionale del Pollino. Da qui si può ammirare la valle del fiume Sinni e l’invaso – oggi ahimè semivuoto – della diga in terra battuta di Monte Cotugno.
L’itinerario è poi proseguito su stradine sterrate verso il centro abitato di Roccanova, dove s’incontrano alcune fontane-lavatoi-abbeveratoi e vigneti, dalle cui uve si produce il pregiato Grottino di Terranova.
La ricchezza di acque sorgive del territorio ha consentito ai volontari CAI della T.A.M. (Tutela Ambiente Montano) di effettuare un saggio delle acque della sorgente di San Costantino, nell’ambito del progetto del CAI, avviato quest’anno, “Acqua Sorgente”, che si propone di identificare, classificare e monitorare le sorgenti d’acqua presenti nell’ambiente montano di tutto il territorio nazionale.
Giuseppe Fuccella, del TAM di Lagonegro, che ha effettuato il prelievo, ha spiegato che l’obiettivo è quello di “sapere quante sorgenti sono presenti, dove si trovano e quali solo le loro caratteristiche salienti (portata, temperatura e conducibilità elettrica)”. Le misurazioni potranno risultare molto utili per valutare le variazioni dei valori nel tempo, specialmente in quest’epoca di cambiamenti climatici. I dati raccolti possono essere consultati liberamente attraverso l’app ufficiale del catasto digitale del CAI “App del sentierista”.
Continuando a camminare, il gruppo è arrivato nella parte più antica del paese, ai piedi del borgo, dove insistono numerose cantine risalenti a diversi secoli fa, scavate nella roccia di arenaria o conglomerato, in parte in abbandono.
I camminatori hanno avuto modo di visitare una cantina, da poco restaurata e tuttora in uso, dove hanno degustato il famoso vino locale, offerto dai proprietari, la famiglia Di Domenico.
La pausa pranzo ha permesso di assaporare anche un’altra delizia del luogo: le sardelle (pasta fresca) condite con la sauza ca’ coscia, una salsa tradizionale povera ma davvero squisita, fatta con pomodori secchi, peperoni e peperoncino piccante, che ha avuto recentemente il riconoscimento del PAT (Prodotto Agroalimentare Tradizionale) del Ministero delle Politiche Agricole Alimentali e Forestali.
C’è stato modo di visitare, in via eccezionale, anche Palazzo Mendaia, edificio gentilizio del Settecento, che conserva tuttora gli arredi antichi, così com’erano in uso finché è stato abitato.
Altro luogo che ha suscitato interesse è stata la fontana “Carazita”, costruita nell’Ottocento, dotata di lavatoi e da poco ristrutturata, il cui nome rimanda alle occasioni di incontro e scambio di gesti amorosi che il luogo offriva ai giovani dei due sessi. Presso la fontana, Salvatore Gigliotti, cantante calabrese aggregato al gruppo lucano, ha deliziato l’udito dei presenti con Le memorie della musica, un brano di Maria Carta eseguito a cappella, ispirato dal rapporto con l’acqua fonte di vita.
L’escursione si è conclusa in Piazza del Popolo, dove l’assessore Annamaria Ciancia ha salutato i camminatori in visita mentre i roccanovesi erano impegnati negli ultimi preparativi per la sagra dedicata alla sauza ca’ coscia, in programma in serata. In Piazza del Popolo abbiamo ammirato, infine, uno degli orologi solari più belli che si conservano ancora in Basilicata, ideato e realizzato nel 1882 dall’ingegnere torinese Telfi, che era già stato a Roccanova nel 1864 tra i bersaglieri che combattevano il brigantaggio.
Enza Carbone, coordinatrice dell’escursione per la Sezione di Matera, ha affermato che: “A Roccanova è la seconda volta che torniamo. Questa come l’altra iniziativa mira a conservare e promuovere la memoria storica dei luoghi e a favorire il recupero, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico del territorio, in particolare delle aree interne, afflitte dal fenomeno dello spopolamento”.