Vertenza lavoratori ex Rmi e Tis, sindacati Cgil, Cisl e Uil: “È il momento della dignità”. Di seguito la nota integrale.
Le segreterie regionali delle organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL della Basilicata, ribadiscono la necessità di garantire ai lavoratori ex Reddito minimo di inserimento e Tis opportunità di lavoro dignitoso e stabile. Nel corso di questi anni, abbiamo costantemente indicato percorsi concreti per la creazione di opportunità occupazionali che assicurino non solo un reddito dignitoso, ma anche diritti e tutele adeguate che ad oggi sono totalmente assenti.
Nella terza riunione del Tavolo permanente con l’Assessorato alle Attività Produttive e i tecnici, che segue quelle del 28 agosto e del 5 settembre 2024, le nostre rivendicazioni hanno portato a due risultati importanti: l’aumento dell’indennità mensile a 700 euro, a partire dalla mensilità di novembre e la conseguente proroga dei progetti fino ad Aprile 2024. Tuttavia, CGIL, CISL e UIL sottolineano che questo incremento e la proroga rappresentano solo una misura, seppur importante, ma temporanea.
CGIL, CISL e UIL chiedono che il Dipartimento delle Attività Produttive e la Regione Basilicata mettano in atto soluzioni strutturali, che vadano oltre il semplice aumento dell’indennità prevista a 700€, mirando alla buona occupazione di tutti i lavoratori. Per questo motivo, riteniamo assolutamente positivo l’accoglimento della nostra proposta di una progettualità per far transitare questa platea verso il settore della forestazione, con una ipotesi, già indicata nell’accordo siglato ieri, di 102 giornate lavorative effettive (corrispondenti a 123 giornate CAU); è un percorso che da anni abbiamo provato con le segreterie di categoria ad indicare come opportunità strutturale, ma ribadiamo che questa opzione deve essere accompagnata da garanzie certe in termini di diritti, retribuzioni e tutele previdenziali.
CGIL, CISL e UIL continueranno a vigilare affinché la Regione Basilicata e ARLAB rispettino i tempi e i modi concordati e si impegnino a garantire ai lavoratori coinvolti non solo una retribuzione dignitosa, ma anche una prospettiva di stabilità economica e crescita professionale.
La lotta per i diritti di questi lavoratori non si ferma qui.