Automotive, Uilm: “Situazione drammatica, è il momento di una grande mobilitazione unitaria dei lavoratori Stellantis e della filiera”. Di seguito la nota integrale.
“Di fronte a un tavolo automotive che non ha migliorato ma peggiorato la situazione, stabilimenti quasi fermi, con una produzione al minimo storico e record di cassa integrazione, il disimpegno di Stellantis dall’Italia, con l’assenza di modelli in grado di garantire l’occupazione, lo stop al progetto della Gigafactory di Termoli, la mancanza di commesse alle imprese della componentistica e dei servizi che stanno causando la perdita di migliaia di posti di lavoro, non è più rinviabile una grande mobilitazione unitaria che coinvolga i lavoratori di Stellantis e di tutta la filiera. A tutto questo aggiungiamo una politica europea confusa e mal gestita sulla transizione all’elettrico che sta mettendo in ginocchio l’intera industria dell’auto. Una situazione drammatica davanti alla quale non possiamo rimanere fermi ed essere spettatori di una desertificazione industriale che comporterebbe effetti occupazionali e sociali devastanti”. Lo dichiara la Uilm nel documento del coordinamento nazionale di Stellantis tenutosi questa mattina a Roma.
“Stellantis e il Governo hanno gravi responsabilità e il loro scontro potrebbe fare 200mila vittime e sancire la fine di un intero settore che rappresenta la spina dorsale dell’industria ed economia nazionale” evidenzia la Uilm.
“Non reputiamo credibile l’ipotesi di trovare una soluzione a tutti i problemi attraverso l’arrivo di un investitore cinese, che potrebbe costituire una opportunità solo se portasse nuove produzioni e non certo se si sostituisse agli attuali produttori – prosegue la nota – per questi motivi continueremo a cercare interlocuzioni con tutti coloro che, a iniziare dalle amministrazioni regionali, hanno a cuore come noi la salvaguardia del lavoro e dell’industria”.
“Reputiamo necessaria una grande mobilitazione unitaria, che pretenda un cambio di strategia di Stellantis, con la produzione in Italia di modelli di larga diffusione, la dimostrazione della doverosa responsabilità sociale più volte sbandierata, un forte sostegno alle imprese dell’indotto – conclude – e infine l’intervento della Presidente del Consiglio Meloni, ormai indispensabile vista la gravità e la vastità di ciò che sta accadendo nel settore automotive”.