Un libro, un podcast, un hub, ma anche un festival: si chiama Tornanza ed è il progetto di Antonio Prota e Flavio Albano che sfida lo spopolamento dei paesi puntando su origine, viaggio e innovazione. Dal pomeriggio fino a sera il Tornanza Festival ha fatto tappa a Matera nei locali al piano terra della Biblioteca Provinciale, con accesso dai portici in piazza Vittorio Veneto.
“Leggere la stessa fuga dei cervelli quale fenomeno non solo negativo e irreversibile, ma come forza potenziale di un moto circolatorio inclusivo di un flusso di ritorno dopo un riscatto personale”. Eccola, la Tornanza. Un movimento di rinascita dei territori che parte dall’innesto tra chi, dopo aver viaggiato, decide di tornare nel paese d’origine e mettere a frutto la propria conoscenza, e chi è rimasto; tra il tornante e il restante. Al centro di questi due poli, il viaggio, come innesco del cambiamento, e l’innovazione, come strumento a servizio del capitale umano e del territorio. A Matera si è svolta la prima edizione lucana del “Tornanza Festival”, una sorta di Tedx per guardarsi negli occhi e raccontarsi le proprie esperienze, ma soprattutto le proprie idee, affinché possano essere d’ispirazione.
I due ideatori Antonio Prota e Flavio Albano spiegano che “i Tornanza festival sono luoghi d’incontro itineranti come i podcast e come questi ultimi servono a far conoscere il progetto per poter ispirare nuovi rivoluzionari dell’esistenza e pionieri dell’evoluzione”.
Appuntamento partito con i podcast live, a seguire un convegno dedicato al tema della Tornanza con la presenza della deputata Anna Laura Orrico, del consigliere regionale Nicola Morea e di Rita Orlando direttore della Fondazione Matera-Basilicata 2019. Relatori Domenico Nicoletti, Chiara Rizzi, Fiorenza Pascazio, Antonio Prota.
A seguire i talk nei quali ogni tornante ha avuto a disposizione 5 minuti per raccontare la sua storia. A Matera sono intervenuti i seguenti tornanti: Liz Cirelli, scoperta come talentuosa musicista all’età di 11 anni, è oggi una figura poliedrica nel panorama musicale; Mariantonietta Scalera, soprannominata “la pastora delle Murge”, dopo un’esperienza di lavoro in una fattoria olandese, è tornata nella sua Puglia dove gestisce una masseria, Chiara Rizzi, tornata nella sua Basilicata dopo un viaggio di formazione personale e professionale durato più di vent’anni, oggi è professore associato in Composizione architettonica e urbana all’università di Matera, Maristella Stella, co-founder a Matera di Casanetural, un progetto di social housing che ospita 113 famiglie; Debora Russo, da Bologna tornata nella sua Matera per condividere con Dario Colacicco il progetto “Volevosoloaprireunmuseo”, Francesca e Rosangela Appio, tornati a Montescaglioso dove hanno fondato l’azienda ortofrutticola Primosole, Saverio Massaro architetto ed esperto di “Strategie urbane integrate per affrontare la crisi dei rifiuti”, Nicola Lavenuta fondatore di Macnil, un’azienda all’avanguardia nel settore dell’internet of things, specializzata in soluzioni per la sicurezza e la mobilità; Vanessa Coppola “startupper per necessità”, che ha trasformato un’esperienza spiacevole in un’idea innovativa, creando una soluzione pratica e sicura per le donne: una borsa con luce OLED interna che si accende al buio e dotata di una presa per la ricarica dello smartphone, Elisa Polignano creatrice di “Puglia International”, il network di supporto alla comunità internazionale in Puglia. Paolo Popia, dopo aver studiato Architettura a Firenze, ha deciso di acquistare dei ruderi nell’antico borgo della Rabatana di Tursi e trasformarli in un albergo, Luciana Mastrandrea, originaria di Gravina in Puglia, in arte Maestra Luciana, l’influencer delle maestre con 36.500 follower, sul suo canale instagram condivide la sua esperienza, le sue idee, la sua passione.
Il Festival Tornanza è partito da un libro “La Tornanza – ritorni e innesti orientati al futuro”, il saggio di Antonio Prota e Flavio R. Albano (Laterza edizioni). Prota e Albano sono due esperti di turismo e marketing territoriale e digitale – che è in realtà il manifesto stesso del movimento. È qui, infatti, che ci sono tutti i concetti fondanti del progetto che poi vengono messi in pratica: l’importanza di tornare dopo il viaggio e scegliere di ristabilirsi nel paese d’origine, portando con sé un background nuovo, una trasformazione che può innestarsi con la conoscenza dei restanti per partecipare attivamente allo sviluppo del territorio. Il libro è il manifesto culturale di un progetto molto più ampio che si snoda attraverso un podcast, una serie di narrazioni per raccontare le storie di chi ha deciso di rientrare a casa. Dalla Puglia, alla Basilicata, dalla Campania alla Calabria e non solo: una volta a settimana, un tornante racconta la sua storia, da dove è partito e dunque dove, dopo un lungo viaggio, ha deciso di tornare, ma anche il perché di questa scelta e il progetto che sta cercando di portare avanti nella sua terra d’origine, forte dell’esperienza maturata durante la sua assenza.
L’evento si è concluso con la musica live di Liz Cirelli.
La fotogallery di Tornanza Festival (foto www.SassiLive.it)