Con lo slogan “Chi garantisce la salute di tutti i cittadini merita dignità nel lavoro” si è tenuto questa mattina a Potenza davanti la sede della Giunta Regionale un sit-in di lavoratrici e i lavoratori che operano nelle strutture in cui si applicano i contratti Aiop e Aris sanità privata e Aiop e Aris Rsa organizzato da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl in occasione dello sciopero nazionale. Le organizzazioni sindacali hanno chiesto da mesi l’apertura dei tavoli: quello per il rinnovo del contratto sanità privata Aris Aiop, fermo al triennio 2016/18, e quello per il nuovo contratto unico delle Rsa dove i lavoratori attendono lo sblocco della contrattazione da oltre 12 anni. Le due Associazioni li hanno però negato entrambi, vincolandoli al finanziamento da parte dello Stato. Una risposta giudicata “inaccettabile”. I lavoratori lucani del comparto sono 1.200, oltre il 50 per cento dei quali impiegati in tre grandi strutture del territorio. Antonio Guglielmi, segretario regionale Uil Fpl Basilicata, ha evidenziato che “nella regione la situazione è particolarmente preoccupante perché il sistema socio-assistenziale-sanitario privato è una sorta di “Cenerentola” e risente di problematiche vecchie e nuove, prima fra tutte le tariffe per le erogazione delle prestazioni che sono ferme al 2009. Per questa ragione – ha aggiunto – abbiamo deciso di tenere il sit-in davanti la Regione sollecitando la Giunta ad adoperarsi per l’adeguamento delle tariffe di strutture che svolgono servizi in accreditamento per conto del Servizio Sanitario Regionale. Un adempimento che è strettamente collegato ai rinnovi contrattuali da parte delle aziende. Purtroppo – ha detto ancora Guglielmi -si allarga sempre di più la forbice tra i salari dei lavoratori della sanità pubblica e quelli della sanità privata. Oltre alla mancata attuazione di diritti ed istituti contrattuali la differenza di stipendio resta troppo alta”.
Pertanto il presidio per lavoratori, lavoratrici e sindacati è stata l’occasione per chiedere a gran voce al Governo Regionale di superare ritardi ed inadeguatezze che si scaricano oltre che sulle categorie interessate sui cittadini-utenti dei servizi. Non intendiamo fermarci fino a quando non sarà adeguatamente riconosciuta la loro professionalità così come la dignità del lavoro e della Salute nel nostro Paese”.