Lunedì 30 settembre, a partire dalle ore 8:00, i lavoratori della Revisud, azienda che opera all’interno dei cantieri Eni in Val d’Agri e a Roseto/Candela, terranno un presidio- piazzale antistante sede Eni di Viggiano – per manifestare il proprio dissenso rispetto alla situazione insostenibile che stanno vivendo. Da tempo, la Revisud presenta problemi economici e finanziari, con continui ritardi nei pagamenti degli stipendi e gravi inadempienze contrattuali. In particolare, in passato non sono stati regolarizzati gli obblighi relativi ai fondi previdenziali complementari Cometa e Metasalute, come previsto dai contratti collettivi di lavoro. I lavoratori denunciano una situazione diventata insostenibile nell’ultimo anno.
La tensione tra i lavoratori è ulteriormente alimentata dall’incertezza riguardo alle liquidazioni finali delle spettanze, in vista della futura scadenza della gara. Ciò include le ferie arretrate e, soprattutto, il Trattamento di Fine Rapporto (TFR), che rappresenta una garanzia economica importante per ogni dipendente. I lavoratori chiedono quindi a Eni di assumersi le proprie responsabilità, non solo economiche, ma anche sociali, come previsto dalla normativa sulla responsabilità solidale. È necessario che Eni intervenga direttamente per garantire i diritti dei dipendenti, assicurando il pagamento puntuale delle spettanze, inclusi stipendi, ferie e futuro TFR.
La committente, Eni, che si avvantaggia della prestazione dei lavoratori impiegati nell’appalto, ha l’onere di garantire quanto dovuto ai lavoratori che operano in subappalto, anche attraverso il pagamento diretto delle retribuzioni – clausola di responsabilità solidale.
È inaccettabile che un’azienda operante in un settore dove circolano ingenti risorse economiche, come quello delle royalty e delle compensazioni, costringa i propri dipendenti a vivere con la costante preoccupazione di non ricevere quanto loro dovuto. Per questo motivo, i lavoratori chiedono un incontro con un rappresentante di Eni durante il presidio di lunedì, per rappresentare le proprie istanze e richiedere una soluzione definitiva che tuteli la loro dignità e i loro diritti.