Sequestro area di 600mq con presenza di uranio arricchito all’Itrec Trisaia di Rotondella, intervento Legambiente Basilicata: “Una notizia inquietante e sconcertante”. Di seguito la nota integrale.
“La notizia del sequestro effettuato dai carabinieri del NOE e del Nucleo Radioattivi del Comando CC per la Tutela ambientale e la Sicurezza energetica di Roma, di un’area di 600 metri quadrati all’interno del sito nucleare ITREC di Rotondella è di quelle davvero inquietanti”.
E’ questo il commento di Antonio Lanorte, Presidente di Legambiente Basilicata, alle notizie apprese nelle ultime ore.
“La conferma della presenza di uranio arricchito stoccato, seppur in quantità pare minime, presso l’impianto e di cui già Sogin aveva denunciato la presenza nello scorso mese di dicembre, apre ipotesi sconcertanti sulla gestione passata del sito ITREC. Infatti, come è evidente, la presenza di uranio arricchito U234-U235 nulla ha a che fare processi e le attività normalmente realizzati nell’impianto Itrec tra gli anni 70 e 80 del secolo scorso. Attività che pure presentano ancora tanti punti oscuri come anche Legambiente denunciò ormai quasi 30 anni fa durante le inchieste fatte dall’allora procuratore presso la Pretura di Matera Nicola Maria Pace. Tuttavia, mai era emersa addirittura la presenza di uranio arricchito U234-U235”.
“A questo punto, in attesa dei necessari approfondimenti, è assolutamente prioritaria la messa in sicurezza del sito e l’avvio delle opportune attività di monitoraggio per scongiurare pericoli per i lavoratori di ITREC e la popolazione tutta”.
“Peraltro, è il caso di ricordarlo, questo sequestro segue la notizia di ieri dell’avvio delle indagini per 16 persone accusate di traffico illecito di rifiuti, disastro ambientale, inquinamento ambientale, falso e altro, per la contaminazione delle acque di falda da sostanze chimiche, in prevalenza tricloroetilene e cromo esavalente, dell’impianto Magnox situato presso ITREC. Una volta avviato il processo Legambiente annuncerà la sua costituzione parte civile nello stesso”.
“Se a tutto questo aggiungiamo il difficile e lungo processo delle attività di decommissioning del sito nucleare, si capisce quale eredità avvelenata ci abbia lasciato anche in Basilicata quel periodo precedente al referendum sul nucleare del 1987, di cui la vicenda del sequestro di questi giorni a Rotondella rappresenta solo l’ultimo, per ora, inquietante capitolo”.