Presentato nel pomeriggio nella libreria Mondadori, in piazza Vittorio Veneto a Matera, il romanzo “I frati ribelli” di Francesco Montemurro, pubblicato dalla casa editrice Edigrafema. Ha conversato con l’autore la giornalista Stella Montano.
Al centro della narrazione dello scrittore bernaldese le atmosfere vissute all’indomani del decreto che, nel 1861, chiuse i piccoli conventi con l’obiettivo di confiscare i beni della Chiesa, che da lì a poco sarebbero passati nella titolarità del Demanio dello Stato
Lo scrittore lucano appassionato di storia con questa nuova opera ci porta nelle atmosfere vissute all’indomani dell’emanazione del decreto che, nel 1861, prevedeva la chiusura dei piccoli conventi con l’obiettivo di confiscare i beni della Chiesa, che da lì a poco sarebbero passati nella titolarità del Demanio dello Stato. Anche in Basilicata, così come in altre parti d’Italia, si registrarono episodi di opposizione al provvedimento e alla cacciata dei frati dai rispettivi domicili. Protagonisti coraggiosi di questa “disobbedienza” furono i frati stessi e una parte del popolo, entrambi sostenuti dalla società elitaria filoborbonica.
Ma fu resistenza autentica o si trattò di atti di ribellione animati da motivazioni di comodo quale quella di perdere un tetto sicuro? Le agitazioni di popolo furono genuine, per il dispiacere e il senso di disorientamento di perdere dei riferimenti religiosi nelle rispettive comunità, o furono istigate dai nostalgici dei Borbone che, ancora numerosi, convivevano con i vittoriosi sostenitori dell’Unità d’Italia?
Tra prefetti, viceprefetti, uomini della Real Arma dei Carabinieri, frati e “donnicciuole”, Montemurro nel libro ricalca accadimenti tra il serio e il faceto e, tra documentazione archivistica e invenzione narrativa, lascia al lettore la sensazione che spesso la faziosità dei “vincitori” porti a trascurare episodi della realtà degni di essere raccontati.
Francesco Montemurro è avvocato civilista. Ha pubblicato quattro romanzi: “Il segreto della vedova Fox” (2014), “L’ultimo della lista” (2016), “La cantina di via Occidentale” (2018), “Le zelanti lettere dell’arciprete” (2020), tutti con la casa editrice Edigrafema. Con il volume “Il Barone de Bernaudo e l’infelice matrimonio di sua figlia Cornelia” (2021), Cacucci editore, è risultato vincitore della sezione saggistica della XXIV edizione del Premio letterario nazionale Carlo Levi.
La fotogallery della presentazione del libro (foto www.SassiLive.it)