Rimettere al centro i temi che riguardano le politiche sociali: dalle pensioni, alla sanità, alla lotta alla povertà. E’ la forte sollecitazione di Anp-Cia, l’Associazione Pensionati della Cia-Agricoltori in vista della Legge di Bilancio 2025, nella quale – sottolinea una nota – “manca una strategia che risponda al disagio di una quota sempre più rilevante di nostri concittadini specie pensionati agricoltori”. Dai dati, infatti, risulta evidente l’aumento delle famiglie in povertà assoluta, come pure le pensioni erose da inflazione e da mancate indicizzazioni. In particolare, le minime, che riguardano oltre 2 milioni di pensionati. Nelle aree rurali della Basilicata e del Sud – evidenzia l’Anp – si vivono le situazioni più difficili: se in Italia quasi un pensionato su due vive con meno di 1.000 euro al mese, nelle nostre campagne la media percepita si abbassa notevolmente, ed è proprio qui che si registra la massima concentrazione di pensioni minime, poco sopra la soglia di 500 euro mensili e quasi il 70% delle pensioni in Basilicata presentano importi sotto i 1.000€ mensili, oltre alla netta differenza in negativo riguardo gli importi medi percepiti dai pensionati lucani che relega le nostre Province fra quelle con importi minori a riprova della modesta qualità assicurativa nei periodi di lavori. Per non parlare dei pensionati che vivono nelle zone di campagna i quali risentono in misura più pesante dei “morsi” della crisi inaspriti dal disagio sociale, soprattutto per gli ultrasessantacinquenni, che pagano la nota carenza di servizi socio-assistenziali. Malgrado disuguaglianze in aumento e una sanità in grave affanno, il dibattito pubblico sembra volgere lo sguardo altrove
Per invertire il processo di crisi in atto, Anp-Cia ricorda come sulla sanità si debba fare una scelta netta, ovvero prevedere un finanziamento secondo i bisogni reali del sistema sanitario e a un livello simile a quello dei maggiori paesi dell’Ue. C’è da potenziare le strutture sanitarie di comunità, affrontare il tema del personale sanitario, ridurre le liste d’attesa per visite e interventi, organizzare la sanità territoriale e l’assistenza domiciliare. Bisogna, infine, attuare la riforma sulla non autosufficienza.
La sanità, ricorda il presidente Alessandro Del Carlo, è un diritto fondamentale che può essere garantito solo attraverso un sistema pubblico e universalista. Sulle pensioni, inoltre, si faccia una scelta precisa: bisogna aumentare significativamente le minime e tutelare dall’inflazione tutte le pensioni con un’indicizzazione piena degli assegni. Occorre superare le penalizzazioni che subiscono le donne con pensioni più basse degli uomini, come rilevato anche dal recente rapporto annuale Inps, secondo il quale la pensione media degli uomini è superiore del 35% a quella delle donne. Soprattutto, la cosiddetta Opzione donna per l’uscita dal lavoro si è rivelata un’ulteriore fonte d’ingiustizia, a causa dei vincoli particolarmente stringenti come il ricalcolo contributivo dell’assegno. Per i giovani, invece, è necessario pensare a un futuro previdenziale che possa dare loro dignità e speranza. Secondo Anp-Cia, serve, dunque, una legge di bilancio che abbia un’impronta non solo ragionieristica, malgrado questa debba essere necessariamente sostenibile. Occorre uno sguardo attento sulla realtà del Paese e le condizioni delle persone, mettendo in campo una strategia che permetta di superare le diseguaglianze sociali, soprattutto nel mondo degli anziani.