Consigliera regionale Alessia Araneo (Movimento 5 stelle Basilicata): Il “compariziato” melfitano. Quando il “Dimmi a chi appartieni” rischia di elevarsi a criterio di scelta politica”. Di seguito la nota integrale.
Premessa n. 1: Probabilmente, è tutto lecito.
Domanda n. 1: Ammesso che sia tutto lecito, è opportuno?
Ma procediamo con ordine.
Che bella la nostra Melfi, cinta tra le sue mura di pietra, città delle costituzioni federiciane, vanto medievale, scortata dallo sguardo acuto dei falchi. Peccato che tra le sue “trasonne”, alle volte, si consumino relazioni particolari, vicine, aggrovigliate, al punto da far insorgere il sospetto che non sempre la cosa pubblica sia gestita nel solo e massimo interesse della collettività.
Premessa n. 2: è personale convinzione della scrivente che chi si candida a rivestire incarichi pubblici abbia il dovere di rinunciare a qualsiasi interesse personale nonché familiare.
Fatto n. 1: da mesi il M5s, insieme agli altri gruppi di minoranza, ha evidenziato l’opacità della vicenda che interessa la mancata indizione del concorso pubblico per il ruolo di comandante della polizia locale.
Si dà il caso, infatti, che nella più grande città del Vulture Melfese, importante crocevia di flussi a cavallo tra Campania e Puglia, da anni, ormai, manchi la figura del comandante, bene vicariata da un facente funzioni a cui va tutta la gratitudine della comunità. Succede, tuttavia, che mentre l’amministrazione di centrodestra declama a ogni pie’ sospinto l’apertura della stagione dei concorsi pubblici per rimpinguare l’impoverito organico del nostro municipio, evita scientemente di bandire un pubblico concorso per individuare una figura di cruciale importanza quale quella del comandante.
Eppure, nel marzo del 2023 il Comune di San Fele bandisce un concorso pubblico specifico, per titoli ed esami, per il ruolo di comandante della polizia locale; da quel concorso discende la formulazione di una graduatoria, confermata da sentenza del Consiglio di Stato. All’interno della predetta graduatoria la prima degli idonei è proprio una figura già presente nell’organico della polizia locale di Melfi. Nulla di più facile, quindi, per questa maggioranza che attingere a una qualificata risorsa interna, munita del titolo di comandante. E invece NO, il sindaco delle destre opta per una decisione diversa: sceglie, infatti, lo scorrimento delle graduatorie ASMEL (si veda deliberazione di giunta n. 83 del 01-07-2024) che parrebbe non essere a costo zero per le tasche del Comune, e quindi dei cittadini. Sembrerebbe, infatti, che anziché ottimizzare una risorsa interna, dotata di titoli e requisiti per rivestire il ruolo di comandante, nonché legittima vincitrice di concorso, il centrodestra melfitano, nelle more della legge regionale n. 41 del 2009, sceglie di attingere alle graduatorie ASMEL per ottenere non la figura di un comandante, bensì di un funzionario (che già esiste in organico). Detto altrimenti, sembrerebbe che la giunta melfitana abbia preferito evitare il concorso pubblico, svolgere l’interpello ASMEL (che dovrebbe avere un costo) e, addirittura, provvedere al pagamento di una formazione ad hoc per le figure individuate. Cioè, anziché valorizzare a costo zero personale qualificato, si è preferito attingere a una graduatoria esterna e pagare la formazione del personale forse sprovvisto dei titoli adeguati? Qual è la logica che ha guidato questa scelta? Mentre prepariamo una interrogazione formale, esprimiamo l’auspicio che tale scelta non sia stata guidata dalla necessità di premiare persone più o meno vicine all’amministrazione di turno. Vorremmo tanto credere che non sia così, eppure, nel corso degli ultimi mesi abbiamo collezionato una serie di indizi che indurrebbero a pensare il contrario.
Fatto n. 2: Con una determina del 07.02.2024, viene nominata la commissione giudicatrice relativa al bando PNRR per la riqualificazione e il recupero dell’ex carcere giudiziario. Tra i commissari nominati, compare il nome di un ingegnere che lavorerebbe presso una azienda pisana. Un’azienda di cui farebbe parte anche il figlio di un consigliere di maggioranza. Tutto lecito. Tutto opportuno?
Fatto n. 3: Con una determina dell’11.09.2024, vengono affidati i lavori di ammodernamento dello stadio “Arturo Valerio” a un architetto che parrebbe essere imparentato con l’assessore con delega all’edilizia pubblica. Con l’auspicio che sia stato osservato il principio di rotazione di affidamento dei lavori, ci chiediamo: posto che sia tutto lecito, è opportuno?
Insomma, si dice che tre indizi facciano una prova. E di indizi, a dire il vero, ce ne sono ancora, a partire da alcuni contratti di mobilità.
Come tuonò il consigliere Navazio in consiglio comunale “Se avete prove, andate in Procura” e come bisbigliò il sindaco Maglione “Abbiamo agito nella piena legalità”; pur non dubitando della piena legittimità di alcuni atti (appunto, non spetta a noi farlo), riteniamo del tutto inopportune ed estranee al senso delle istituzioni alcune scelte intraprese, che, in ogni caso, si spera siano state compiute in buona fede e non in nome del compariziato.