Sanità con le ossa rotte. Il reparto di ortopedia dell’ospedale di Villa d’Agri è chiuso da settimane. Di seguito la nota inviata da Alessia Araneo, consigliera regionale M5s e Alessio Giordano, consigliere comunale Paterno.
Siamo costretti a tornare sul tema sanità per lanciare l’ennesimo allarme. Da settimane, ormai, abbiamo appreso che il reparto di ortopedia dell’ospedale di Villa d’Agri è privo di medici.
A testimonianza dell’ormai strutturale carenza di personale, vale la pena raccontare che il reparto di ortopedia dell’ospedale di Villa d’Agri, al momento, è privo di medici a causa della più che legittima maternità della dottoressa che lo reggeva: questo vuol dire che il servizio sanitario regionale è talmente tanto debole e precario che anche una sola assenza paralizza il sistema intero. Nessun medico (come nessun infermiere) sembra potersi permettere un giorno di ferie, di malattia o di maternità, senza mandare in tilt il sistema.
Con particolare riferimento alle unità di ortopedia la fotografia odierna è la seguente: presso l’ospedale di Villa d’Agri non esiste attualmente un medico ortopedico; sui quattro presidi ospedalieri che fanno capo all’AOR San Carlo, c’è un solo ortopedico reperibile. Tradotto questo vuol dire che se dovesse occorrere un incidente a Lagonegro e il medico reperibile si dovesse trovare a Melfi, il paziente sventurato dovrà essere trasferito a Melfi (e pare che un episodio simile sia già successo con incidente a Lagonegro, trasporto a Potenza e approdo finale a Melfi, la via crucis dei pazienti lucani).
Al di là dei comunicati dell’assessore Latronico, la verità dei fatti è che la sanità lucana non solo ha le ossa rotte, ma pare respingere pure chi vorrebbe ripararle, si veda il caso del direttore dell’ortopedia e traumatologia di Melfi.
In definitiva, l’ospedale di Melfi rischia di perdere il direttore di ortopedia, il reparto di ortopedia di Villa d’Agri è “sospeso” per assenza di ortopedici e su tutti e quattro i presidi facenti capo all’AOR San Carlo c’è un solo ortopedico reperibile. A questa drammatica fotografia si aggiungono, tuttavia, due elementi particolari: il primo è che, pur non essendoci ortopedici che possano coprire turni in reparto, si assumono medici in regime di lavoro autonomo (vale a dire, se c’è un’emergenza manca l’ortopedico, mentre gli interventi in elezione sono assicurati); il secondo elemento “caratteristico” è che parrebbe che per l’ospedale di Villa d’Agri sia stato bandito un concorso per l’incarico di primario del reparto di ortopedia. Ora, probabilmente esistono ragioni che sfuggono a chi scrive, ma se non ci sono ortopedici, come si può bandire un concorso per primari? Il primario di Villa d’Agri dirigerà sé stesso?
Certi del fatto che sicuramente esisteranno ragioni gestionali solidissime, è il momento che qualcuno si assuma la responsabilità di quanto sta accadendo con evidenza clamorosa. L’assessore Latronico deve riferire in Consiglio e raccontare a tutta la comunità lucana cosa sta succedendo: perché i reparti chiudono e perché i medici pure interessati a rimanere vanno via.
Non staremo a guardare mentre la sanità pubblica precipita, malgrado gli encomiabili sforzi di tutto il personale sanitario.