Basilio Gavazzeni: Felicemente ritrovato dalla famiglia. Di seguito la nota integrale.
Mi si consenta un’alzata di innocuo familismo.
Fra venerdì sera e lunedì pomeriggio, ho goduto della visita della sorella per molte ragioni a me più vicina, 84enne, e di due nipoti diversamente sopra i 50 anni. Non le vedevo da non so quanto tempo. La gioia da loro dimostrata nel ritrovarmi mi ha commosso. Fin da ragazzo ho preso alla lettera l’ammonimento: Chi pone mano all’aratro e poi si volge indietro, non è adatto al Regno (Lc 12,49). Oggi mi rimprovero per non aver dato ai miei, in particolare a mio padre e a mia madre, l’affetto che era loro dovuto. Li ho amati, ma sempre troppo da lontano. Cattolici di tempra, loro condivisero la mia decisione, anzi furono regolari benefattori della parrocchia affidatami in cura. Mia sorella mi ha stupito per la viridis senectus che indossa. Strepitoso l’entusiasmo delle nipoti nel recuperare lo zio prete un po’ eteroclito e, forse, tutto da scoprire. La prima, insegnante d’inglese in un liceo, è tenerissima e festosa quanto riservata. La seconda, operatrice sociale, è prorompente e dotata di un solido spirito pratico. Deliziose, entrambi, come nella loro infanzia che è stata felice. Matera è molto piaciuta a tutt’e tre. Nonostante il poco tempo a disposizione, l’hanno percorsa e ripercorsa di buon passo. Hanno apprezzato la generosa convivialità predisposta da due famiglie conosciute anni or sono, ma impagabile è stata la contentezza nelle ore che abbiamo trascorso insieme.
Mi si consenta ancora di gioire perché, due settimana fa, papa Francesco ha nominato don Maurizio Chiodi, 69 anni, figlio della mia prima sorella, consultore del Dicastero per la Dottrina della Fede, insieme ad altri 27 teologi fra cui 4 donne d’ogni parte del mondo. È presumibile che, esperto in Teologia morale, coadiuverà l’autorevolissimo Dicastero nelle trattazioni che ne richiederanno la competenza. Don Maurizio è già membro ordinario della Pontificia Accademia per la Vita. Insegna Teologia morale al Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II a Roma e alla Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale a Milano. Non mette conto enumerarne opere, saggi e collaborazioni. Come zio ricordo che, piccino, sapeva ballare il twist in maniera ammirevole, nelle elementari trionfava in tutti i concorsi Veritas, nelle medie resisteva più di me nel surplace sulla bicicletta, – eravamo ammiratori dei pistard Maspes, Gaiardoni e Gasparella – , preadolescente, aveva già una testolina di teorico, si tormentava – e mi tormentava – sul mistero della Trinità, un solo Dio in tre persone.
Ringrazio il Cielo che mi ha donato una famiglia credente, dignitosa, sensibile agli studi e fortunata. Per tutti e per sé stessa mia madre pregava Dio di tenerci la mano sulla testa e di non permettere che uscissimo di senno che, per lei, prima di tutto, era Timor di Dio. Una preghiera quanto mai necessaria in questi giorni stolidi, per esorcizzare non solo le diffuse malattie mentali, ma anche le pulsioni alla follia delle persone e delle collettività.