Malvasi (Tavolo Verde Puglia e Basilicata): Contributo per il rilancio dell’Unibas e dell’istruzione superiore. Di seguito la nota integrale.
È in atto a livello regionale una timida riflessione informalmente promossa da alcuni intellettuali di cultura laico-cattolica più o meno vicini al centro -sinistra e al “civismo”sulla importanza del sapere scientifico sulla ricerca applicata ,sugli strumenti,mezzi e risorse da dispiegare sul territorio regionale.
Gli obbiettivi e le finalità del confronto si ispirano a ragion veduta e nulla questio, alla visione di Carlo Cattaneo che aveva individuato nell’ 800 nelle conoscenze scientifiche la forza motrice del progresso.Al contempo la discussione prende il via dal perché l’ UNIBAS ha toccato il minimo storico di iscritti soprattutto per alcuni indirizzi, tanto che vi è il rischio di chiuderli se non si interviene con l’ adozione di nuovi ripensando anche e soprattutto la
allocazione.
Non di meno di dotarsi di nuovi e moderni strumenti di ricerca atti a produrre avanzati contenuti tecnologici da adottare in particolare modo nel campo idrogeologico e in quello
agroambientale ;settori questi che in Basilicata richiedono particolare attenzione di investimenti sia per le naturali vocazioni dei territori,sia per le conseguenze indotte dall’ attività di estrazione petrolifera e sia per le modificazioni climatiche.
La rimodulazione di metodo e di merito della vacillante impostazione delle linee guida, a suo tempo pensate da una cultura emergente di tipo industrialista facente capo al centralino potentino, si scontra oggi con i bisogni dell’ agroambientale nel suo insieme e con il nuovo indotto, molto più articolato di quello industriale;va da se che alcune “Facoltà vanno dislocate nell’ area materana e Metapontina” come ad esempio quella di Agraria e quella ad indirizzo di Geologia ed Idrologia.
Contestualmente vanno potenziati gli istituti superiori propedeutici a questi: Istituti tecnici e professionali ed in particolare modo l’Istituto Agrario di Marconia, la cui azienda versa in uno stato di abbandono e di degrado. La Istituzione di centri di alta formazione professionale IST di cui si sta parlando nel Piano Regionale 2022-2025 assieme a quelli della formazione professionale permanente debbano costituire i cardini della professionalità innovative adeguate alle necessità economiche del territorio prima ancora delle unità produttive.
Le figure formate negli anelli intermedi del percorso tecnico scientifico potranno essere così una fondamentale risorsa giovanile sia per il mondo del lavoro sia inoltre per arricchire di nuove intelligenze lUNIBAS.
Potrebbe essere una idea utile anche richiamare giovani dall’ altra sponda del Mediterraneo martoriata
da catrastofici conflitti di origine economica prima ancora che religiosa.