Volontari e attivisti della Flai Cgil di Basilicata e della Cgil di Potenza hanno consegnato acqua, beni di prima necessità e indumenti da lavoro – questi ultimi raccolti grazie a un progetto di work experience attivato in collaborazione con Legambiente Basilicata – ai braccianti stagionali stranieri che stanziano nella campagne dell’Alto Bradano. L’iniziativa rientra nelle azioni del Sindacato di strada, il camper della Flai Cgil di Basilicata che insieme alla Cgil di Potenza da agosto gira tra i luoghi di lavoro e di ritrovo dei braccianti stranieri per diffondere materiale informativo e informare sui contratti tradotti in diverse lingue e sui servizi cui i lavoratori hanno diritto, offrendo anche consulenza legale e contrattuale.
Attualmente ci sono ancora trecento braccianti migranti impegnati nella raccolta del pomodoro e accampati in alloggi di fortuna nelle campagne tra Palazzo San Gervasio e i comuni del Vulture e dell’Alto Bradano.
“Come più volte denunciato dalla Cgil e dalla Flai – affermano i segretari generali Vincenzo Esposito e Vincenzo Pellegrino – i ritardi della Regione Basilicata nella programmazione dell’accoglienza di questi lavoratori stagionali ha prodotto un indietreggiamento nella lotta al caporalato senza precedenti in Basilicata. I bandi andati deserti per l’accoglienza diffusa, rrivati comunque in ritardo in riferimento ai tempi di avvio della campagna di raccolta del pomodoro, hanno spinto i lavoratori migranti ad occupare campagne e casolari senza acqua potabile, senza servizi igienici adeguati. Non ha avuto impatto immediato nemmeno la legge approvata dal Consiglio regionale della Basilicata, anche questa tardiva, che consente, nel caso di gare deserte nell’accoglienza dei lavoratori migranti stagionali, ovvero di situazioni che possono definirsi di emergenza, di intervenire sull’impianto normativo regionale esistente attribuendo al presidente della Regione i poteri necessari di dare mandato con immediatezza alla Protezione civile di intervenire. Ribadiamo che è necessaria una programmazione sistematica e nei tempi consoni per l’accoglienza di questi lavoratori che ogni anno si recano nelle nostre campagne per la raccolta del pomodoro. Anche l’accoglienza diffusa nelle comunità ospitanti, cui noi siamo favorevoli – precisano Esposito e Pellegrino – va agevolata con una serie di iniziative di concerto con i sindaci dei Comuni interessati e i residenti, in un processo che certo non può nascere e concludersi nei pochi giorni antecedenti all’inizio della raccolta.
In secondo luogo – aggiungono – è necessario fare chiarezza sulla destinazione d’uso dell’ex Tabacchificio, inagibile perché non sono stati effettuati negli anni gli interventi dovuti. A fronte dei fondi Pon/Poc legalità già pronti per il villaggio di Boreano e Gaudiano a Venosa, per una spesa complessiva di 15 milioni di euro, includendo anche le risorse per il centro di accoglienza di Scanzano, nel Materano, i cui termini di utilizzo scadono nel 2025, l’appello è a utilizzare queste risorse per progetti adeguati e duraturi nel tempo, che nulla hanno a che vedere con l’emergenza.
Per questo – concludono Esposito e Pellegrino – chiediamo nuovamente al prefetto di Potenza di convocare fin da subito il tavolo anticaporalato per stabilire insieme, sindacati, istituzioni, organizzazioni datoriali e Regione, il cronoprogramma per trovarci il prossimo anno preparati e operativi. Allo stesso tempo come Cgil Potenza abbiamo chiesto audizione in seconda Commissione consiliare.
Parallelamente all’accoglienza diffusa, bisogna accelerare sui progetti per la realizzazione dei centri di accoglienza che abbiano tutte le caratteristiche già individuate dal tavolo anticaporalato di concerto con i sindacati: alloggi con tutti i servizi adeguati, presenza di sportelli di centri per l’impiego, presidi sanitari e trasporti, oltre ad azioni correlate volte all’integrazione”.